Ideogrammi, vesti e giochi: Cina da scoprire in S. Cristo
Ideogrammi di benvenuto invitano a oltrepassare la porta di una tradizionale casa cinese. Nell’arte antica di una scrittura capace di condensare in pochi tratti un’immagine o un concetto provano a esercitarsi con la guida della professoressa Liu Bin, presidente dell’associazione culturale Hua Xia, i nostri iperdigitalizzati studenti non più tenuti a coltivare come in passato la calligrafia. Il tema è «Cina ieri e oggi», per la sedicesima mostra didattica interculturale aperta fino al 4 marzo nel complesso di San Cristo, in via Piamarta 9.
Per i Padri Saveriani è un ritorno alle origini della loro Missione, che li ha portati in Cina dalla fine dell’Ottocento fino all’arrivo al potere di Mao Tse Tung. È un ritorno alle origini anche per il gruppo di volontari che, valorizzando la rete dei radicamenti saveriani nel mondo, da sedici anni propone a San Cristo una mostra d’esplorazione in Paesi lontani: dalla Cina era partito il viaggio di ricognizione a tappe annuali e si ritorna su questa realtà particolarmente cara ai Missionari, nel momento in cui si profila un cambiamento di prospettiva per le attività saveriane a Brescia.
Da sapere. Non verranno meno, assicura il rettore padre Pierluigi Felotti, anche se è diventata troppo impegnativa la gestione dei chiostri lungo la salita verso il Castello. Per ora, secondo consuetudine, la mostra invernale attende i visitatori fino al 4 marzo ad ingresso libero dalle 9 alle 12.30 nei giorni feriali da mercoledì a sabato; dalle 15 alle 18.30 nei festivi.
Resterà chiusa dal 30 dicembre al 1° gennaio. Alle scolaresche, che sono accolte al mattino, viene proposto il laboratorio da prenotare al 349/3624217. La scrittura ideografica è un’importante soglia di avvicinamento a un mondo ricco di storia e in vivace dinamica nel presente, con l’apertura di nuove Vie della Seta per facilitare gli scambi con l’Europa alla seconda potenza economica del mondo: inaugurato a fine novembre, il collegamento ferroviario tra Mortara e Chengdu impiega circa due settimane per coprire un tragitto di 10.800 chilometri. I grandi numeri dello sterminato Paese introducono nella mostra alla varietà dei paesaggi, alla successione delle dinastie fino agli sconvolgimenti del ’900, a sguardi sulla vita quotidiana e sugli elementi di continuità con una delle civiltà più antiche. Una massima di Confucio - «Mettetemi insieme a due persone a caso, avranno qualcosa da insegnarmi» - invita a cogliere il valore di un’esperienza millenaria ancorata a valori culturali e filosofici: i caratteri di un’identità preservata nell’incontro tra popolazioni diverse. I volontari che fanno da guide hanno potuto attingere alla ricca documentazione del Museo d’arte cinese ed etnografico di Parma che comprende, insieme a oggetti di varia epoca e fattura, anche un’interessante raccolta di fotografie sulla Cina dei primi decenni del Novecento. Una collezione privata ha aggiunto preziose ceramiche e lavori d’intaglio in blocchi di giada.
Da scoprire. Per addentrarsi nell’arte della scrittura si parte delle prime antichissime iscrizioni su gusci di tartarughe, prima di soffermarsi sull’armamentario dell’artista degli ideogrammi: tavolette d’inchiostro, pennelli, calamai, carta di riso e sigilli. Con le esemplificazioni si possono cogliere i diversi stili dell’arte della ceramica. Eloquente è il confronto tra la sontuosa veste di donna manciù del Settecento e l’abito femminile a ricami del Novecento. Nel tradizionale corredo di giochi di un bambino rientrano gli «shangai» e il «portagrilli». In varie curiosità ci s’imbatte durante la visita guidata tra le diverse sezioni e il fascicolo-catalogo aiuta a contestualizzarle.
Primi nella storia a usare le banconote, la bussola, i fiammiferi, la polvere da sparo, la stampa, il calendario di 365 giorni e perfino la carta igienica, i cinesi hanno ottenuto ai nostri giorni vari primati in campo produttivo e presentano volti a contrasto tra città e campagna, sviluppo economico e diritti umani, sapienza medica di antica tradizione e moderne malattie da inquinamento atmosferico.
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