Cultura

I Profughi di Parga volano in Grecia a 200 anni dall’indipendenza

Brescia, tramite la Fondazione Brescia Musei, presta la tela di Hayez custodita in Pinacoteca
«I Profughi di Parga» di Hayez: il dipinto fu commissionato dal conte Paolo Tosio, il pittore scelse il soggetto - Foto © www.giornaledibrescia.it
«I Profughi di Parga» di Hayez: il dipinto fu commissionato dal conte Paolo Tosio, il pittore scelse il soggetto - Foto © www.giornaledibrescia.it

«Chiamiamo greci coloro che hanno in comune con noi la cultura, piuttosto che coloro che hanno lo stesso sangue», scrisse il maestro di retorica ateniese Isocrate nel IV secolo a. C. Oggi è un buon giorno per ricordarlo, in particolare a Brescia. Il 25 marzo 1821, quando a Sant’Elena Napoleone viveva i suoi ultimi tramonti oceanici, e da alcuni mesi in Europa prendevano forma i primi moti rivoluzionari per l’autodeterminazione dei popoli dopo la Restaurazione del Congresso di Vienna, a Patrasso

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