Cultura

I Legnanesi: «Adesso è ora di arrivare sulla tv nazionale»

Al Gran Teatro Morato lo spettacolo celebrativo «70 voglia di ridere c’è» Provasio: «Fedeli alle radici»
  • I Legnanesi al Gran Teatro Morato
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Chi non ha mai sognato di diventare ricco? Stavolta è il turno della mitica Teresa dei Legnanesi: «L’anziana e indomabile signora sarà proiettata, complici le premonizioni di una misteriosa veggente gitana, dal suo cortile lombardo ad un lussuoso appartamento della Milano bene, immancabilmente insieme al marito Giovanni e alla figlia Mabilia. Diventerà così vicina di casa dei vip, mostrando situazioni mai viste per la famiglia Colombo».

A spiegarcelo è proprio la stessa Teresa o, meglio, il suo interprete Antonio Provasio, anche regista e autore («a quattro mani», questa è una novità, con la moglie Mitia Del Brocco) di «70 voglia di ridere c’è», il nuovo show dei Legnanesi, fresco di debutto, questo sabato al Gran Teatro Morato di via San Zeno.

Provasio, settant’anni che esistono i Legnanesi: come festeggerete l’anniversario? Con questo spettacolo ed in particolare con un evento al Palazzo del ghiaccio di Milano, a febbraio. Cosa è rimasto dei Legnanesi originari? I personaggi sono quelli, io mi sono chiaramente riferito alla Teresa di Felice Musazzi, così Enrico Dalceri a Toni Barlocco e Luigi Campisi a Luigi Oldrini. Poi li abbiamo resi più moderni e con una comicità più attuale, «cabarettizzata», più veloce, tanto che anche molti giovani e bambini ci seguono. È però irrinunciabile l’insegnamento originario: sono entrato nella compagnia giovanissimo, diciottenne, e per nove anni ho lavorato con Musazzi: le basi del teatro le ho imparate da lui, che considero un grande maestro, alla pari di Govi o De Filippo, solo che per il territorio della Lombardia.

Qual è invece il vostro obiettivo adesso? Portare avanti le tradizioni e continuare questa tournée incredibile che ci vede impegnati fino a giugno in tutta Italia (lo scorso anno la compagnia dialettale en travesti più seguita del Belpaese - sono tutti uomini, secondo la tradizione cominciata appunto nel ’49 - ha avuto 160mila spettatori, ndr). Poi però vogliamo anche andare in tv! Ce lo chiedono i fan su Facebook, in particolare chi non riesce a venire a teatro. Abbiamo avuto diversi colloqui, in particolare con Mediaset, stiamo valutando: sul piccolo schermo abbiamo la comicità romana, napoletana... Vorremmo spazio anche per la milanese.

E oltre alla tv, il cinema, ma da solista? Abbiamo delle proposte come compagnia ed ho pure concretizzato alcune esperienze fuori dai panni della Teresa. Sono stato diretto da Alessio Boni, da Antonio Albanese in «Contromano» (nei panni di un barista milanese) e di recente ho lavorato con Beppe Fiorello, per il quale sarò un cattivo nella fiction «Il mondo sulle spalle», in onda per Rai1 in primavera.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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