I Cani «carica punk» al Vinile45
Ammesso che un concerto basti a togliere ogni dubbio, sabato, anche Brescia potrà capire se I Cani rappresentano davvero quello che mancava al pop italiano. Per noi, la risposta è sì. Si tratta del progetto che ruota attorno ad un astro (ed estro) creativo, quello del venticinquenne romano Niccolò.
Riassunto delle puntate precedenti. L'anno scorso I Cani catalizzano l'attenzione della comunità indie con alcuni brani, spettacolare sintesi di cantautorato ed elettronica, che girano sui social network. Il progetto è «senza immagine», non si sa chi ci sia dietro.
Le canzoni sono - «rubiamo» una definizione tratta dal forum di indie-roccia.it - «un'istantanea su una fetta di società moderna... scattata talmente bene che non poteva non coinvolgere un numero piuttosto alto di persone». A giugno è uscito il disco «Il sorprendente album d'esordio dei Cani» che ha raggiunto i big nelle posizioni alte delle classifiche di vendite. Dopo due date estive, I Cani hanno intrapreso un tour che fino ad oggi ha fatto registrare svariati sold-out. Sabato, alle 22.30, s'esibiscono al Vinile45 di Brescia, in via del Serpente (ingresso con tessera Arci con contributo di 8 ).
La chiave del successo dei Cani è stato creare qualcosa che mancava?
Non so dire se mancasse o meno - spiega Niccolò -. Credo piuttosto di aver costruito una cosa che non c'era. Se ho un merito, è stato quello di essermi sforzato di trovare un mio modo. Anche dal punto di vista del suono. Non ho fatto un disco elettronico «alla moda», con le sonorità anni Ottanta. Ho «sporcato» le tracce, per renderle più mie. Il progetto è nato senza un disegno, in totale spontaneità.
Dopo il boom sul web, ti eri immaginato lo stesso successo dal vivo?
Date le buone premesse, pensavo che avremmo potuto raccogliere di più rispetto a un gruppo italiano «medio» che presenta l'album d'esordio. Però non mi aspettavo tutti questi sold-out. Dal vivo l'impatto dei Cani è più punk rispetto al disco. Ci mettiamo energia. Io stesso cambio il modo di cantare: sul cd la mia voce sembra quasi distaccata... Il resto lo fa la mia band. Cresciamo di live in live. La line up è formata da altri musicisti romani: Marco, Valerio, Simone e Gino.
Sei proprio allergico ai cognomi...
Ho deciso di non puntare sulla mia immagine. Non mi interessa che il mio volto o il mio cognome diventino famosi. Non è un tentativo di nascondermi, è più che altro un'omissione.
Quand'è che hai capito che era arrivato il successo?
Il giorno in cui abbiamo messo in circolo il brano «Velleità». La canzone ha ricevuto un mare di ascolti e su forum e social network ho ricevuto anche... i primi insulti: sono sinonimo di «notorietà».
I Cani sono una band o sei solo tu?
Entrambe le cose, anche se sono io a tenere sotto controllo tutti gli aspetti «contenutistici».
Daniele Ardenghi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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