Cultura

Han Kang ha vinto il Nobel per la Letteratura 2024

L’Accademia di Svezia ha assegnato alla scrittrice nata in Sud Corea nel 1970 il riconoscimento per «la sua prosa poetica intensa». Tra i suoi libri più noti «La vegetariana»
Han Kang - Illustrazione di Niklas Elmehed © Nobel Prize Outreach
Han Kang - Illustrazione di Niklas Elmehed © Nobel Prize Outreach
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Il Premio Nobel per la Letteratura 2024 è stato assegnato dall’Accademia di Svezia alla scrittrice sud coreana Han Kang «per la sua intensa prosa poetica che mette a confronto i traumi storici con la fragilità della vita umana».

Le motivazioni

L’autrice sudcoreana Han Kang, spiega l’Accademia, «nella sua opera affronta traumi storici e insiemi di regole invisibili, e in ciascuno dei suoi lavori rivela la fragilità della vita umana. Ha una consapevolezza unica delle connessioni tra corpo e anima, tra vivi e morti, e nel suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice della prosa contemporanea».

La carriera e i libri di Han Kang

Han Kang, nata nel 1970 a Gwangju, in Corea del Sud, si è trasferita a Seul a nove anni. Proveniente da una famiglia di scrittori, ha sviluppato una carriera letteraria iniziata nel 1993 con poesie e continuata con opere di prosa. Il suo primo successo internazionale è stato il romanzo «The Vegetarian» (2007, tradotto in Italia da Adelphi, «La vegetariana»), che esplora il rifiuto di una donna a conformarsi alle norme sociali sull’alimentazione e le complesse reazioni della sua famiglia.

Il suo stile, poetico ed empatico, si concentra spesso sul corpo e sull’anima, con immagini cariche di significato che indagano la sofferenza umana. «Human acts» (2014), ambientato nella città natale di Han, racconta il massacro di Gwangju del 1980 e cerca di dare voce alle vittime con uno stile vicino alla «letteratura testimoniale». In «The white book» (2016) Han esplora il lutto attraverso brevi riflessioni su oggetti bianchi, dedicando il libro a una sorella morta poco dopo la nascita.

Tra i suoi lavori recenti c’è «We do not part» (2021) sul trauma ereditato da un massacro sull’isola di Jeju negli anni ’40, in cui le vite dei protagonisti si intrecciano con l’arte per ricordare e trasformare il dolore collettivo in un’opera memoriale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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