Cultura

Graffiti: forza creativa in città, altro che estetica del carino

Il bresciano Alessandro Mininno spiega l’essenza di uno «sport estremo» che si distanzia dall’arte e dai «muretti legali»
  • Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
    Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
  • Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
    Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
  • Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
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  • Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
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  • Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
    Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
  • Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
    Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
  • Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»
    Alcune immagini tratte dalle 300 del libro «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»

C’è un manoscritto gotico vergato sui muri delle nostre città e sui treni che sfrecciano da un capo all’altro dello Stivale. Caratteri all’apparenza illeggibili. Segni ostici bollati come brutture. Eppure quegli scarabocchi hanno regole, forme, struttura. Per capirli servono occhi allenati e - come per gli incunaboli - una chiave d’interpretazione. A fornirla è il ricercatore Alessandro Mininno che, per i tipi della casa editrice veneziana «bruno», pubblica «Graffiti Writing in Italy 1989- 2021»

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