Giselle, follia d'amore e tremenda vendetta

Follia d’amore sulle punte, a passo di Tswana e di afrosamba, su sfondo rurale e con musica battente e suggestiva: la Giselle di Dada Masilo sembra un film, tanto coinvolge (emotivamente, visivamente e sonoramente).

La pièce della coreografa sudafricana è andata in scena martedì sera al Teatro Grande di Brescia e s’è meritata i quasi cinque minuti di applausi finali. Occhio per occhio, follia per follia: chi credeva di trovare la classica trama della «Giselle», il balletto classico conosciuto dai più, ha dovuto ricredersi trovandosi di fronte la storia della povera contadina, che stavolta prende in mano la sua vendetta nei confronti dell’amato che, tradendola, la porta alla follia e alla morte.

Sulla partitura originale di Philip Miller e sullo sfondo pittoresco di William Kentringe, la stessa Dada Masilo ha interpretato la sua piccola Giselle in mezzo ad un cast danzante pazzesco e bravissimo: dalla mamma ubriacona al traditore Albrecht, dalle contadinelle fino alle Villi e alla Myrtha-sciamano, tutti i ballerini hanno dato qualcosa, senza protagonismi o prevaricazioni, ma mostrando ognuno la propria bellezza. Non solo nei movimenti: la Giselle di Dada Masilo a tratti è recitata (anche se non parliamo di Teatro Danza) e i protagonisti (che vanno nominati: Xola Willie, Tshepo Zasekhaya, Llewellyn Mnguni, Liyabuya Gongo, Khaya Ndlovu, Thami Tshabalala, Steven Mokone, Thami Majela, Lwando Dutyulwa, Zandile Constable, Nadine Buys e Siano Bokolo) rivelano anche le loro doti attoriali davvero notevoli e preziose.

Perché sono tanto i passi e le coreografie (classiche, contemporanee e audacissime) quanto l’interpretazione fisica e di voce a rendere questo balletto così intrigante e ricco. Se la prima parte è rurale e festosa, terrena, il secondo atto sposta il piano d’azione in un mondo più onirico e terribile e le Villi, uomini e donne, prendono il palco vestite di tulle rosso: insieme allo sciamano Myrtha (la Regina interpretata da uno straordinario Llewellyn Mnguni), gli spiriti accompagnano Giselle nella sua vendetta. Una vendetta poetica e tremenda, che commuove gli spettatori tanto quanto la morte solitaria di Giselle nel primo atto.