Giornata della Memoria: il libro «Il pane perduto» è in edicola con il GdB
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. Per la ricorrenza, da venerdì, il libro «Il pane perduto» (Editore Il Sole 24 Ore) di Edith Bruck è in edicola con il Giornale di Brescia a 12,90 euro (più il prezzo del quotidiano). Un volume, memoria personale, per risvegliare la memoria colletiva.
Da una terra seminata di campi di concentramento all'odissea. Nel volume l'autrice non racconta solo la sua esperienza: la sua infanzia trascorsa sul suolo della Polonia di Auschwitz e nella Germania dei campi di sterminio, o di come sia miracolosamente sopravvissuta, ma affronta anche il dopo. Il vivere dopo. Dopo le vite bruciate, dopo aver perso i genitori, del suo tentativo di riniziare a vivere.
Un racconto che inizia da un passato, impresso nella sua memoria, per poi arrivare a oggi con delle riflessioni sul domani. Edith Bruck mette in luce i suoi dubbi, le sue speranze e il suo desiderio di tramandare alle generazioni future un capitolo di storia del Novecento da raccontare, perchè rimanga nella memoria.
Autrice
Edith Bruck è di origine ungherese. Nasce nel 1931 in una povera e numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta alla deportazione, dopo anni di pellegrinaggio approda in Italia. Nel 1959 esce il suo primo libro «Chi ti ama così», un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti «Andremo in città», da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film.
È autrice di poesia e di romanzi come «Le sacre nozze» (1969), «Lettera alla madre» (1988), «Nuda proprietà» (1993), «Quanta stella c’è nel cielo» (2009), e ancora «Privato» (2010), «La donna dal cappotto verde» (2012). Presso La nave di Teseo sono usciti «La rondine sul termosifone» (2017) e «Ti lascio dormire» (2019). Nelle sue opere ha reso testimonianza dell’evento nero del XX secolo. Nella sua lunga carriera ha ricevuto premi letterari ed è stata tradotta in svariate lingue. È traduttrice tra gli altri di Attila József e Miklós Radnóti. Ha sceneggiato e diretto tre film e svolto attività teatrale, televisiva e giornalistica.
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