Cultura

Giorgia, quando una stella... incanta il Palageorge

Successo a Montichiari per la cantante, che ha messo nuovamente in scaletta «Marzo», dedicata ad Alex Baroni
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«E poi»... E poi, dopo vent’anni di luminosissimo pop, ritrovarsi su un palcoscenico a lottare per un pezzo di cielo da condividere, a ballare con la follia di uno spirito libero, a mostrare un sorriso vivo arricchito dall’ironia tutta capitolina. Con una voce forte, pura.

È «Senza Paura» l’ultimo grido di Giorgia, titolo di un tournée che, dopo essere partita sabato da Padova, già ieri sera ha toccato il PalaGeorge di Montichiari. E di un disco «che ho chiamato così perché credo tantissimo nella coscienza pura che serve per cambiare le cose» ha spiegato la cantante romana in apertura del concerto, partito dai sentieri più vicini e recenti di «Quando una stella muore» e «Non mi ami» (vale a dire i due primi singoli di questo nono album che si è già aggiudicato il platino).

Piccola scintilla, di nero vestita tra i più facili ritorni al passato di «Come saprei», accesa nell’occasione da un crescendo di fluorescenze elettroniche, levare reggae che, al netto della potenza dei classiconi, esprimono una bella anima pop, scatenata sui brevi cenni a Madonna, Pharrell Williams e sul tiro notturno di Corona, improvvisato a fine scaletta.

Più intima «Marzo», tornata per volere dei fan e dedicata con commozione ad Alex Baroni.

Il finale celebra un periodo importante, il 1994, «l’anno del mio esordio», con «Serenata rap» dell’amico Jova e «Strani amori» di Laura Pausini. E poi... «E poi», con l’emozione di sempre. Con la forza di quella prima notte sul palcoscenico dell’Ariston. E ieri anche con la gioia di chi, anche in tempi non troppo facili, guardando in alto è ancora capace di sognare quel piccolo pezzo di cielo.

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