Cultura

Galeazzi, mamma sulle punte tra Brescia e Londra

Neomamma e in attesa di debuttare nell'Uccello di Fuoco, l'étoile del Royal Ballet è a Coccaglio per il compleanno
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«Debutto al Covent Garden a dicembre con l'Uccello di Fuoco di Strawinski, ma la torta che mi preparerà domenica mia zia, non me la farò certo mancare». Parola di Mara Galeazzi, clarense di nascita, ma con casa a Coccaglio, dove tornerà questo fine settimana per festeggiare il 38° compleanno con la famiglia.

Del gruppo, con gli occhioni sgranati davanti alle candeline, farà parte per la prima volta anche la sua piccola Maia, nata sette mesi fa.
Mara Galeazzi di feste in famiglia se n'è godute poche. Dopo il diploma alla scuola di ballo della Scala, infatti, è volata a Londra dove, gradino dopo gradino, è diventata nel 1996 étoile del Royal Ballet.

L'occasione di questo fugace rientro a casa (ripartirà lunedì) Mara l'ha avuta grazie a «Milano Danza Expo 2012», la fiera dedicata alla Danza in programma dal 23 al 25 a Novegro. Qui l'artista bresciana farà parte della giuria del concorso per ballerini classici in programma sabato. «Non torno in Italia spesso: al Royal Ballet ci sono tante recite, tante tournée e poi, per fortuna, è arrivata Maia. Il suo papà non vive a Londra perché è responsabile di palcoscenico in Oman, quindi è tutto più complicato» racconta al telefono da Londra. «Qualche anno fa sono venuta al teatro Grande per uno spettacolo di beneficenza: è sempre una festa tornare a casa. Adoro prendere sotto braccio la mamma e andare con lei a bere il caffè nella pasticceria in piazza».

Mara Galeazzi ha imparato a distinguere i valori che contano: «Ho attraversato un periodo duro: mi avevano trovato una malattia renale grave. La diagnosi era stata impietosa: addio alla danza e nessuna possibilità di rimanere incinta. E invece eccomi qua: con Maia in braccio e con una prima al Covent Garden fra quattro settimane. Non bisogna mai perdere la fiducia. Cosa mi ha sostenuto? La passione per la danza e la mia famiglia. Ma, nonostante tutto sia finito nel migliore dei modi, non mi dimentico del prossimo: spesso mobilito i colleghi per raccogliere fondi per i bambini africani affetti da Hiv».

A Danza Expo non ballerà, ma giudicherà dei giovanissimi colleghi. «Ho già fatto parte di una Commissione per valutare i diplomandi del Royal Ballet. Fare il giurato ti pone in una prospettiva totalmente diversa: devi smettere di guardare te stesso e concentrarti sui concorrenti. Io tendo ad incoraggiare, più che a giudicare. Guardo la tecnica ma anche le potenzialità dei concorrenti, la loro espressività e musicalità. Non tutti i ragazzi di 16-17-18 anni che si presentano a un concorso entreranno in un Corpo di Ballo: c'è chi farà musical, chi televisione… dobbiamo tenerne conto e guardare anche alla personalità e alla determinazione. Oggi la mentalità dei ballerini è cambiata. Questi ragazzi sono, in generale, molto bravi tecnicamente ma molto poco artisti. Bisogna imparare a stare su un palcoscenico, essere umili. Oggi i ballerini pretendono tutto e subito. Io sono diventata étoile del Royal Ballet, ma il mio primo incarico fu quello di portare una torta nel balletto Schiaccianoci. La protagonista era Carla Fracci: ho imparato moltissimo grazie a quella torta!».


Laura Magnetti

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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