Filosofi lungo l’Oglio, dopo il desiderio nel 2025 il tema sarà «esistere»

Anita Loriana Ronchi
Numeri record per l’edizione chiusa mercoledì da Maria Rita Parsi, mentre la direttrice Francesca Nodari annuncia «sorprese» per il ventennale
Francesca Nodari (a destra) con Maria Rita Parsi all'ultima serata dei Filosofi lungo l'Oglio 2024, a Erbusco
Francesca Nodari (a destra) con Maria Rita Parsi all'ultima serata dei Filosofi lungo l'Oglio 2024, a Erbusco
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Si è appena conclusa una 19esima edizione da record per la rassegna «Filosofi lungo l’Oglio», diretta da Francesca Nodari. E già si stanno scaldando i motori per quella che si preannuncia come una edizione speciale per il 20esimo compleanno della manifestazione, che, dopo il claim «Desiderare. Nonostante tutto», avrà come parola chiave nel 2025 «Esistere», concetto all’apparenza semplice ed evidente, ma dalle formidabili e radicali implicazioni.

I numeri sono eloquenti: la kermesse, che quest’anno ha coinvolto nei suoi 30 appuntamenti ben 21 Comuni tra le province di Brescia, Bergamo e Cremona, ha totalizzato 48mila partecipanti, toccando picchi di 1.500 persone a serata. Un risultato avvalorato anche dalla vitalità dei canali social, con 700 nuovi iscritti e un’altissima percentuale di copertura organica di utenti: 51.649 per Facebook (+27,1% rispetto al 2023), 123.233 per Instagram (+44,4 % con nuove visualizzazioni internazionali), 22.546 utenti su YouTube. Lo stesso sito web filosofilungologlio.it in soli due mesi ha raggiunto una media di 1.600 visitatori al giorno.

La chiusura

Anche l’incontro finale con la «madrina» della manifestazione Maria Rita Parsi, mercoledì nella parrocchia di San Giorgio ad Erbusco, ha visto una più che nutrita partecipazione di pubblico. Una conferenza densa di stimoli, dove la nota psicologa e scrittrice ha trattato il tema «Dall’angoscia di morte al desiderio di vita», toccando argomenti di grande profondità, dal clima di incertezza che si respira nella società contemporanea al ruolo della famiglia e delle agenzie educative.

Soddisfatissima, com’è comprensibile, la direttrice artistica Francesca Nodari, che commenta: «Abbiamo notato un significativo incremento dei giovani e un pubblico sempre attento e concentrato: un segno positivo, in quest’epoca così difficile. Anche con l’ingresso di nuovi Comuni è andata molto bene: ad Ostiano, per esempio, dove ho parlato io stessa, abbiamo condiviso una serata di scambio e dialogo, in uno splendido teatro settecentesco». Tutti i relatori hanno messo in campo plurivoche riflessioni, nel segno di una trasversalità che è stata tra l’altro attestata dalla presenza di studiosi di origine ebraica in tempi di grandi polemiche, anche sul fronte culturale, innescate dal conflitto israelo-palestinese.

Verso il ventennale

La 20esima edizione, annuncia Nodari, sarà ricca di sorprese, tra cui la realizzazione di un video-documentario che ripercorrerà la storia del festival nei suoi due decenni di vita. E molto altro, su cui la direttrice però non si sbilancia perché «stiamo già lavorando a ritmo serrato; David Le Breton, intervenuto quest’anno per la prima volta, ha riconfermato la sua partecipazione e ci saranno nuovi ospiti, di cui attendiamo conferme, nonché altre novità».

Quanto al nuovo fil rouge, «nel linguaggio comune – osserva la filosofa bresciana – esistere sta per essere, stare al mondo, essere vivi, presenti. Nel linguaggio filosofico, i due infiniti dovrebbero esibire una forte dicotomia, ma anche in questo caso i significati spesso si sovrappongono, come in una delle più celebri asserzioni della letteratura filosofica universale “cogito ergo sum”, penso dunque sono. Nel momento storico in cui viviamo, dobbiamo chiederci: a che punto è giunta la nostra umanità? Cosa significa, oggi, esistere? Non un semplice esserci e stare, ma uno stare e un esserci coscienti, consapevoli, impegnati».

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