FilmFestival del Garda: la Luna e il terremoto
Una galassia di emozioni per inaugurare il FilmFestival del Garda: da un immaginario viaggio sulla luna fino alle testimonianze reali delle trasferte umanitarie in aiuto ai terremotati. Questi i soggetti dei due cortometraggi - lontani per epoca e stile, tuttavia accomunati dal brivido della scoperta dell’altrove - che hanno aperto, ieri, il sipario sulla dodicesima edizione del festival. Una settimana ricca di proiezioni ed incontri con gli autori - ospiti d’onore il regista Francesco Bruni e il musicista Omar Pedrini - che coinvolgerà molti comuni gardesani, ma anche la città con 2 film (venerdì al cinema Nuovo Eden) e Vestone.
Il programma completo è consultabile sul sito www.filmfestivaldelgarda.com (ingresso alle singole proiezioni 5 euro, abbonamento 30 euro). L'evento di pre-apertura si è svolto al Grand Hotel di Gardone Riviera alle 18.30 con il celeberrimo capolavoro di Georges Méliès «Le Voyage dans la Lune» (1902) proiettato per festeggiare i cinquant’anni dello sbarco sulla luna dell’estate 1969, sonorizzato dal vivo dall’Ensemble Autrement, che ha eseguito una nuova colonna sonora originale composta dal giovane violoncellista pugliese Francesco Tanzi. A seguire «Da Cascia a Norcia - testimonianze di un disastro» di Daniel Modina, filmmaker di Toscolano Maderno, presente alla proiezione per commentare le sequenze raccolte durante tre spedizioni partite da Brescia organizzate per portare aiuti alle popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto del 30 ottobre 2016.
«A propormi i viaggi - ha detto il regista - è stato Adriano Liloni, gestore del ristorante Pegaso di Gavardo, capofila con l’associazione I Sovversivi del Gusto di una raccolta di beni da devolvere ai nostri connazionali, all’indomani della scossa. Abbiamo consegnato stufe, vestiti, cibo e anche alcune roulotte. Inoltre siamo tornati carichi di prodotti alimentari tipici di Norcia, da vendere per conto dei terremotati. Ho deciso di documentare la spedizione, anche con riprese aeree, coadiuvato da mio padre Angelo (che mi ha insegnato il mestiere, è lui il fondatore dello studio di produzioni video di famiglia) e dal fotografo Nik Barte». Quest’ultimo è l’autore degli evocativi scatti in bianco e nero che accompagnano i titoli di coda.
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