Fili, intrecci e fascino d'Oriente: in mostra i sontuosi tappeti Zaleski
Fili e trame tra Oriente e Occidente, legami e intrecci tra passato e presente, nella mostra «I nodi dei giardini del Paradiso», a cura di LETIA-Letizia Cariello e Giovanni Valagussa, che Fondazione Tassara promuove per Bergamo Brescia Capitale della Cultura, mettendo a disposizione una parte della sua collezione di tappeti donata da Romain Zaleski. La mostra, in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, si terrà fino al 5 novembre nei nuovi spazi, restaurati e riaperti del Grande Miglio del Castello di Brescia, al piano superiore. La mostra è ad ingresso gratuito.
Il progetto espositivo raccoglie una preziosa selezione di 35 tappeti dell’area del Turkestan, per la prima volta esposti al pubblico, accanto a un nucleo di opere di arte contemporanea tessile di artisti internazionali, tra cui Alighiero Boetti e Herta Ottolenghi Wedekind, inserite insieme a una proiezione multimediale di Wladimir Zaleski in un’unica installazione site specific realizzata da LETIA - Letizia Cariello, uno «spazio morbido» fatto di stoffa, fili, corde tese e tappeti appesi come stendardi.
Dal Turkestan
L’esposizione farà scoprire un’arte che affonda nei secoli, dalla Cina alla Spagna senza soluzione di continuità. Il titolo rinvia ai fili dei tappeti annodati attorno alla trama e all’ordito, e rievoca terre magiche e paradisiache, luoghi del sacro e della preghiera, oasi nel deserto. Le opere giungono da quel territorio definito Turkestan che si estende dal Mar Caspio fino alla Cina occidentale, attraversato dalle vie carovaniere che costituivano la Via della Seta.
Come sottolinea il curatore Giovanni Valagussa, la mostra «vuole ricordare il millenario legame tra Oriente e Occidente; ricordare città mitiche come Bukhara, Samarcanda, o Tashkent e la cultura misteriosa e affascinante dei nomadi che si spostavano in queste aree senza confini; ma anche le donne che oggi in Afghanistan combattono per la loro dignità e per una parità assurdamente negata».
Come osserva LETIA - Letizia Cariello, «i tappeti vengono presentati non in un allestimento tradizionale, ma come parti di una grande e articolata opera di arte contemporanea, un Gesamtkunstwerk, opera d’arte totale». Inedite le installazioni «Beauceant» - un sistema di carrucole, staffe d’acciaio, corde che sostengono i tappeti percorrendo lo spazio come le sartie di una nave - e «Aracne» di LETIA – Letizia Cariello, sorta di labirinto che accompagna il cammino dei visitatori come nel mito del filo d’Arianna.
A completare il percorso, un grande schermo a vela con immagini, colori e suoni del videomaker e videoartist Wladimir Zaleski, opere di artisti contemporanei quali Boetti e Ottolenghi Wedekind, e della stessa LETIA: una grande gabbia di ottone nella quale sarà riprodotta la musica di Bach, anche dal vivo grazie alla collaborazione di Fondazione Teatro Grande e Bazzini Consort.
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