Cultura

Festa nazionale del gatto: perchè si festeggia oggi

L'istituzione di una giornata tutta per il gatto risale al 1990.
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Fanno parte a tutti gli effetti della famiglia, ci fanno ridere con i loro giochi sfrenati. E non ci fanno sentire soli, poiché amano accoccolarsi sulle nostre gambe e ci rilassano facendo le fusa, guardandoci con occhi languidi.

Chi ha o ha avuto un amico felino conosce bene queste sensazioni. Ecco perché si è scelto di istituire una giornata tutta per loro: la Festa nazionale del gatto, celebrata il 17 febbraio, dal 1990.

L’iniziativa spetta alla giornalista della rivista «Tuttogatto» Claudia Angeletti, la scelta della data a Oriella del Col, vincitrice del referendum appositamente lanciato: febbraio, indicato in alcuni detti popolari come «mese dei gatti e delle streghe», è anche quello dell’acquario, considerato il segno zodiacale degli spiriti liberi e anticonformisti. Il numero 17 è invece credenza popolare sia portatore di sventura, stessa fama che nel passato venne riservata ai mici; un pregiudizio determinato dall’anagramma del numero romano, che da XVII si trasforma in VIXI, ovvero «sono vissuto» e quindi «sono morto».

Il gatto, dal canto suo, si dice sia portatore di sette vite: «1 vita per 7 volte». Le storie da Capriano. Certo alcuni di loro si trovano a doverne affrontare, di sventure, prima del meritato happy ending. Come Zelinda, micia adulta soccorsa dal gattile Telefono difesa animali nell’isola ecologica dove viveva nutrita dagli operatori. Zoppicante e rantolante, la micia era entrata a contatto con un liquido caustico percolato dai cassoni, che le aveva corroso completamente le unghie anteriori. Per sei anni Zelinda rimane al gattile, fino a quando alcuni mesi fa una coppia di pensionati decide di adottarla. «Quando abbiamo spiegato alla coppia che purtroppo Zelinda aveva problemi cronici di congestione nasale e russava nel sonno, la signora ci ha risposto prontamente che sarebbe ricorsa ai tappi alle orecchie, così non avrebbe sentito né lei né il marito!» racconta la volontaria Donatella.

Il giovane Prince arriva invece nel 2015 al gattile di Capriano, con una frattura alla zampa anteriore con distacco neurologico: trascinava miseramente la zampina. La pratica veterinaria vuole che in questi casi si proceda con l’amputazione ma già due giorni dopo il micio saltava e giocava in equilibrio perfetto su tre zampe. «Molti potenziali adottanti non volevano però incontrarlo, temevamo che sarebbe stato difficile affidare un "diversamente felino". Finché Armida, infermiera professionale, dichiarò che avrebbe adottato Prince proprio perché «anche un gatto handicappato ha diritto ad un po' di speranza».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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