Festa dell'Opera, l'anteprima al tribunale conquista il pubblico
La Festa dell’Opera 2023 di Brescia ha ufficialmente tagliato il nastro: numerose le anteprime di oggi, venerdì 9 giugno, a partire dalle «Note d’Opera» andate in scena alla Rsa Casa d’Industria in via Gambara, da quelle portate alla chiesa di San Carlo in via Moretto e da quelle per famiglie al Parco della Musica John Lennon, per arrivare all’atteso appuntamento con «Pazzi per l’Opera» nel ridotto del Teatro Grande e ai due grandi appuntamenti serali.
Alle 19.15 la coda per entrare nel cortile del Palazzo di Giustizia era lunga: molti sono rimasti fuori, godendo delle note dei «Carmina Burana» dalla strada. Il tribunale è stato infatti il teatro della nota, divertente e apprezzata raccolta di canti medievali goliardici in latino, tedesco e francese volgari interpretati dal Coro Ponchielli Vertova accompagnato dall’Ensemble di percussioni Tempus Fugit, dal pianoforte di Patrizia Bernelich (anche direttrice) e dal secondo pianoforte di Andrés Gallucci. Le voci liriche erano quelle di Erika Tanaka (soprano), Gianluca Moro (tenore) e Paolo Ingrasciotta (baritono).
Sotto un cielo minaccioso e grigio, ma con un clima tutto sommato clemente, musicisti e cantanti hanno regalato una piacevolissima oretta al pubblico raccolto tra le sedie in platea e le finestre del tribunale-anfiteatro. Che da parte sua ha riservato il lungo applauso solo all fine, senza mai interrompere il flusso musicale durante la performance.
Al Capitolium
Alle 21.15 ci si sposta invece al Tempio Capitolino, in Piazza del Foro, dove è previsto il recital dedicato a Giulio Cesare. Qui la pioggia, al contrario, non ha risparmiato l’evento. Gli ombrelli si sono aperti prima della metaforica apertura di sipario (ritardata di una buona mezz’ora proprio per scongiurare scrosci troppo abbondanti), per proteggere dalle lievi gocce che hanno reso il «Giulio Cesare, eroe barocco»con il controtenore Raffaele Pe e l’ensemble barocco La Lira di Orfeo molto scenografico e quasi romantico.
Al centro della scena, a prendersi sguardi e orecchie insieme a Pe (abito dorato modernamente barocco come la musica interpretata), c’era il grande cembalo suonato da Nicolò Pellizzari. Che però ha dovuto interrompere il concerto «Giulio Cesare, eroe barocco» (su libretti di Händel, Pollarolo, Giacomelli, Bianchi e Piccinni) subito dopo il primo brano, a causa della pioggia effettivamente troppo abbondante per gli strumenti e gli spartiti.
Nemmeno dieci minuti sono passati prima del ritorno sul palco. «Ci teniamo tantissimo a chiudere il concerto, perché la festa è importante per Brescia, ma soprattutto per l’opera», ha dichiarato a nome di tutti il controtenore, sorridente, vivace e positivo nonostante i bastoni tra le ruote di questo meteo di inizio giugno.
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