Festa della Radio, l'animale da palco Nitro strega 4mila persone
Si considera un outsider, e sul tema ha pure scritto un disco, ma sul palco non lo sembra affatto: lo occupa con una presenza scenica animalesca, una fisicità aggressiva e debordante. Il rapper vicentino Nitro, habitué della Festa, attira una folla (almeno 4000 i presenti), che poi ripaga con uno show che mette in vetrina momenti travolgenti, anche se è forse un po’ troppo spezzettato e con un finale meno scoppiettante di quelli a cui ci aveva abituato nel corso degli anni.
L’ultimo album (appunto "Outsider") mostrava un parziale cambio di sonorità, con l’apparire di sfumature metalliche che nel live sono tuttavia attenuate, mentre resta in primo piano l’hardcore hip hop, le rime affilatissime sparate a velocità supersonica, l’immaginazione tanto potente quanto rancorosa, con bersagli ora colpiti genericamente attraverso le categorie, ora affondati con indicazione nominativa personalizzata.
Il concerto di Nitro alla Festa della Radio
Il concerto di Nitro alla Festa della Radio
Il concerto di Nitro alla Festa della Radio
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Il concerto di Nitro alla Festa della Radio
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Il concerto di Nitro alla Festa della Radio
Il concerto di Nitro alla Festa della Radio
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Il concerto di Nitro alla Festa della Radio
Tra le cose nuove, "Anyway" è una dichiarazione di guerra contro qualche collega-rivale: «Questi si credono mercenari, ma sentono i pescecani/ La puzza di privilegio che non fiuti perché emani (ah)/Non odiare le cose che non capisci/Loro fanno le pose, noi ancora dischi/Quanta gente vorrebbe che io sparissi/Solo bad vibes nella wishlist/Potremmo ammirare l'eclissi per riaffiorare poi dagli abissi». Almeno quanto "Outsider" (la title-track) è una dichiarazione programmatica da non allineato: «Non c'è niente che mi fa più pena/Di un pezzente che difende i ricchi (eh)/A dirla esatta se muore un monarca/Me ne stappo un'altra e brindo ai miei diritti».
Tra i pezzi da repertorio, "MaryLean" e "Trankilo" mostrano un’orecchiabilità morbida che non rinuncia alla durezza marmorea, "Baba Jaga" è ormai un classico, mentre "Sassi e diamanti" si conferma pugno di ferro dentro un guanto di velluto.
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