Falstaff torna al Grande dopo 10 anni, applausi per Gazale
Mancava a Brescia da dieci anni, la stagione dell'opera e balletto del teatro Grande ha riportato in città per la gioia degli appassionati Falstaff, uno dei titoli più celebri del repertorio italiano, l'ultima opera composta da Giuseppe Verdi e ispirata alle Allegre Comari di Windsor e all'Enrico IV di Shakespeare.
L'allestimento, firmato dal regista Roberto Catalano esalta quella che è la vera protagonista di questo lavoro verdiano, ovvero la burla e il gioco, inserendo elementi che suscitano il dubbio che Falstaff stia realmente vivendo quanto accade o se non sia piuttosto frutto di una fantasia o di un suo sogno.
La scena è moderna ed è quella delle classi agiate, con un centro benessere per le donne, circolo del tennis per gli uomini, un appartamento elegante e curato, e i rimandi a Shakespeare sono accennati: a un certo punto il volto del celebre drammaturgo inglese compare stampato sulla maglietta indossata da Falstaff, alla stregua dei divi della musica sull'abbigliamento dei ragazzi.
Ma questo è il Falstaff che viene presentato: un nostalgico rockettaro, con occhi segnati dal kajal, orecchini e capelli lunghi, che non si lava e mangia cibo spazzatura, ma che si illude di essere ancora un grande conquistatore.
Nel complesso è un allestimento che piace e diverte e il pubblico ha apprezzato.
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