Fabrizio Moro, pop sincero che non tradisce il pubblico
Pop appassionato, di buona confezione, interpretato con voglia: Fabrizio Moro ha smaltito il malanno di stagione che l'aveva frenato sabato 16 novembre e dimostra sul palco del Dis_Play che per lui il mestiere del musicista non è ancora diventato routine.
Il concerto bresciano era il recupero di quello saltato una dozzina di giorni or sono, quando Moro si presentò alla platea col collo fasciato e la voce ridotta ad affaticato sussurro, per annunciare che avrebbe rinunciato alla performance e curato la gola dolente. Il fatto che ci mettesse la faccia era piaciuto ai 1200 presenti, tanto da far guadagnare al songwriter romano un bel po' di applausi, anticipazione di quelli raccolti in abbondanza ieri sera.
Lo stile di canto è quello consolidato in anni di gavetta nei club della capitale, dove Fabrizio si cimentava con gli standard rock: un mix di urlato, parlato e toni confidenziali, a cui difetta forse il cantato intermedio. È un modo intelligente per sopperire con la varietà a qualità vocali non eccezionali, trovando di volta in volta il vestito giusto per storie che attingono dal suo vissuto, dai sentimenti della sua generazione, senza comunque disdegnare passaggi più impegnati: fa tuttora la sua figura «Pensa», mentre ha una leggerezza combattiva che arriva a segno «Non mi avete fatto niente», con cui ha vinto Sanremo 2018, in coppia con Ermal Meta. In coda, emozioni assortite, con cui Moro si diverte e (si) commuove:.
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