Eugenia Romanelli: «Oggi l'autore deve essere ibrido»
«Il professionista della scrittura, l'autore, oggi deve essere ibrido. Un giocoliere della parola. È il mercato che lo chiede». Parola di Eugenia Romanelli, giornalista, scrittrice (Mia, La donna senza nome, ed. Castelvecchi), ora fondatrice della Writers Factory Scuola delle Scritture Ursula Le Guin, intitolata all'autrice americana scomparsa un anno fa e «prima in Europa a interconnettere tutti i tipi di scrittura».
«Anche in un mondo sempre più digitale - racconta la Romanelli all'Ansa - la parola la fa sempre da padrona. Dai georoglifici ai social network, tutto è scrittura. E l'importanza della scrittura segna l'importanza di scrivere pensieri».
I numeri però raccontano uno scenario desolante: in Italia solo il 24% degli adulti partecipa ad attività di istruzione o formazione, a fronte di una media Ocse del 52%, e l'inaccessibilità del costo dei corsi è la principale causa della mancata formazione per il 62% delle donne.
«La scuola nasce anche come movimento per dare una risposta a questo impoverimento culturale», prosegue l'autrice che ha coinvolto il gotha degli scrittori (in ogni ambito) del nostro tempo, da David Riondino come vicedirettore a Edoardo Albinati, Lucia Annunziata, Giulio Anselmi, Stefano Benni, Bianca Berlinguer, Stefano Bollani, Massimo Bray, Margherita Buy, Ascanio Celestini e poi ancora in un elenco difficile da riassumere anche Marco Damilano, Martina Dell'Ombra, Niccolò Fabi, Peter Gomez, Giancarlo Leone, Vladimir Luxuria, Valerio Magrelli, Milo Manara, Melania Mazzucco, Laura Morante, Mario Morcellini con Michela Murgia, Antonio Padellaro, Sergio Staino, Elena Stancanelli, Vauro, Sandro Veronesi, Paolo Virzì. Tutti «a tariffe accademiche internazionali».
Una battaglia culturale, ma anche una risposta al mercato. «Il professionista della scrittura - spiega - oggi deve essere ibrido. Non è più sufficiente l'autore specializzato in un'unica materia della scrittura, che sia poeta, cantautore, sceneggiatore di fumetto o giornalista. L'importante non è più il mestiere verticale, ma la trasversalità. Un vero autore oggi deve essere capace maneggiare lo storytelling in tutta la sua complessità. Non ha più senso, ad esempio, che un giornalista scriva un buon articolo senza poi saperlo viralizzare sui social media».
Promossi dalla Fondazione Allori, con il patrocinio dell'Istituto Italiano Enciplopedia Treccani, i corsi partiranno a ottobre con 420 ore sulle tecniche base di scrittura in tutte
le applicazioni tipiche della contemporaneità, dai social ai fumetti. A marzo la seconda fase da altre 80 di specializzazione. I 60 allievi previsti a fine anno saranno in
grado di sceneggiare un fumetto, scrivere un romanzo, una poesia, una canzone, un'inchiesta o una sceneggiatura.
Conosceranno i trucchi dei Seo copywriter, influencer, blogger e social media strategy. I migliori elaborati verranno subito immessi nel mercato, con pubblicazioni Castelvecchi, blog su L'Espresso o videoclip. «Sarà una vera e propria fucina per provare a ripensare questo mondo », dice ancora la Romanelli.
Capitolo fondamentale, anche quello dedicato alle donne, non solo con «molte docenti ma anche incontri per sul linguaggio sessista». Non a caso la scuola rende omaggio a Ursula Le Guin, regina del thriller e fantasy. «Era un'autrice capace di ambientare nel futuro le utopie - conclude la Romanelli - La possibilità di scrivere un nuovo mondo secondo lei c'era».
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