Cultura

Ettore Giuradei: «Non voglio pop, scelgo atmosfere cosmiche»

Show intimo in Latteria Molloy domenica 28 aprile «tra note e fotografia, per parlare del mio nuovo progetto»
Ettore Giuradei, pronto a un nuovo percorso - © www.giornaledibrescia.it
Ettore Giuradei, pronto a un nuovo percorso - © www.giornaledibrescia.it
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Ettore Giuradei in versione solista si regala una première a numero chiuso alla Latteria Molloy di Brescia. Lo show del sebino è previsto per domenica 28 aprile, con inizio alle 21, per un massimo di 120 spettatori (in via Ducos 2/b, biglietto a 10 euro; per disponibilità, info sulla pagina Facebook del locale).

Canzoni di oggi e di ieri (queste ultime in veste sonora inedita), corredate da una mostra-laboratorio che associa le poesie di Ettore alle intriganti fotografie di Margherita Maniscalco: l’obbiettivo è quello di offrire un assaggio delle atmosfere di domani, legate alla prima avventura del trentasettenne Giuradei dopo la messa in stand-by dell’esperienza Dunk (superband formata con il fratello Marco, Luca Ferrari dei Verdena e Carmelo Pipitone di Marta sui Tubi).

Un percorso anticipato da «7 Astri», singolo di notevole suggestione (e atipica durata), pubblicato pochi giorni fa, mentre un album è atteso per l’autunno.

Ettore, cosa succederà domenica sera?
Non sarà il solito concerto. Nasce diverso, punta a un clima quasi solenne, ispirato a una sorta di trascendenza musicale, in cui poesia e fotografia aggiungono ulteriore atmosfera. Tra il live e il rito, insomma, cercando qualcosa che c’è, ma ancora non sappiamo bene cosa sia.

A proposito di atmosfere: «7 Astri» ne propone di suggestive, richiamando il Bowie di «Low» ma pure quello dell’ultimo periodo, insieme a echi del Badalamenti di «Twin Peaks», al post rock dei Sigur Rós e alle esplorazioni intergalattiche di Paolo Benvegnù nella trilogia «Hermann/Earth Hotel/H3+». È indizio del cammino futuro?
Nell’equilibrio del disco che verrà (ancora senza titolo, ndr), questo è un brano che pesa: è il più lungo e dilatato, trasmette un senso di sospensione. Non ha le caratteristiche del classico singolo pop, e forse proprio per questo mi è piaciuta l’idea di lanciarlo come tale. Non ho voglia di pop energico e spettacolare; in questo momento preferisco (anche come ascoltatore) intimità, delicatezza, lirismo: mi auguro che ci sia gente disposta a condividere con me questa impostazione.

L’esperienza con i Dunk è conclusa?
No davvero, me la tengo cara. Continuerà, anche se non sappiamo quando e come: gli impegni di alcuni impedivano una prosecuzione nell’immediato. Anche per questo mi sono deciso a tornare solista: avevo pronto materiale che avrebbe potuto confluire nel gruppo, ma che non poteva aspettare. Sentivo l’urgenza di sottolineare il mio lato autorale e, complice anche l’impulso ricevuto da Luca Borsetti (manager già in prima linea nel progetto Dunk, ndr) mi sono calato nuovamente nei panni del cantautore.

Con Latteria Molloy c’è un rapporto speciale. L’ellepì, registrato nello studio LeKlubHaus del locale, sarà prodotto dall’etichetta Freecom/Uma Records per il progetto collettivo Casa Molloy...
Siamo cresciuti insieme: io come artista, la Molloy diventando il polo culturale che la città attendeva e che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto essere la Nave di Harlock. È stato naturale fare assieme anche questo nuovo passo.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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