Enzo Bianchi a Librixia: «La fratellanza è amare il diverso da noi»
Lo scriveva papa Francesco, nell’enciclica «Fratelli tutti» del 2020: «La fraternità umana e la cura del Creato formano l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace». Enzo Bianchi aveva già allora pronto (dal 2017) il suo «Fraternità» (uscito ora per Einaudi) ma alla pubblicazione della lettera del pontefice, che interveniva sullo stesso tema, scelse di fermarsi. Ma lo spirito resta il medesimo: «La fraternità è la vocazione di tutta l’umanità, il compito per eccellenza dell’uomo, l’unico essere vivente che abbia responsabilità per tutte le altre vite e per lo stesso pianeta» ha spiegato ieri in San Barnaba, in dialogo con Clara Camplani per Librixia-Fiera del libro.
Un concetto esteso
«Non possiamo più restringere - prosegue il saggista - il concetto di “fratelli” al gruppo ristretto con cui abbiamo legami. È noto che i primi cristiani si chiamavano così fra loro, a ricordare la qualità, dignità e identità profonda che li contrassegnava. Oggi dobbiamo estendere il significato di “fraternità” e ”sororità” a tutto il genere umano, senza barriere e confini». Mettersi in ascolto, in un legame di autentica empatia, evitando una certa «perversione della carità» per stare «occhio contro occhio, guancia contro guancia» con l’altro.
Vero che il mito arcaico di tutte le culture narra di un fratricidio delle origini (Caino e Abele, Romolo e Remo…): «Potremmo definirlo il dramma eterno che la maggior parte di noi vive quando arriva un nuovo nato e chi era al centro della famiglia si sente spodestato. Fratelli e sorelle, infatti, non si è, lo si diventa, anche con fatica, imparando l’amore per l’altro che è differente».
Modelli antropologici e guerra
Enzo Bianchi si sofferma quindi sulla crisi dei modelli antropologici che il nostro tempo affronta: «I padri non sanno più distinguere autorità da autorevolezza ed è venuto meno lo stesso principio della paideia». E non risparmia riflessioni sulla guerra, che è già qui, ora, anche «se non ce ne rendiamo conto»: «La guerra seduce di nuovo molti poteri. La voce di pace è quella di papa Francesco, che prosegue sulla stessa linea e, perciò, chiede fraternità universale».
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