Ennio, pioniere del bodypainting che ha dipinto anche Cannavaro
Pittore, bodypainter, illustratore, giurato, insegnante, make up artist per sfilate e spettacoli internazionali. È difficile inquadrare Ennio Bettoni in un unico ruolo, ma la sua definizione preferita è quella datagli da un critico anni fa. «Mi hanno definito un pragmatico sognatore. Pragmatico perché sò de Brèsa, sognatore perché ho sempre ambito a sperimentare, provare, a spingermi oltre». La passione per l’arte è qualcosa di profondo con laquale Ennio, classe 1957, nato a Sarezzo ma residente a Lodrino, ha imparato a convivere fin da giovane. «La mia formazione è stata principalmente pittorica, sotto la guida di un maestro valtrumplino, e vent’anni fa mi sono avvicinato al bodypainting quasi per caso, attratto dall’idea di dipingere su un materiale vivo e tridimensionale come il corpo umano. Era la fine degli anni’90 e in Italia eravamo solamente due artisti a occuparci di una disciplina che non mancava di attirare pregiudizi».
Il bodypainting è una disciplina che Ennio descrive come estremamente rispettosa, seria e precisa. «La prima cosa che insegno ai ragazzi che decidono di imparare quest’arte è la scelta dei prodotti e la cura e il rispetto per le persone. Lavorare sulla pelle richiede un’attenzione particolare». Grandi marchi. Tantissime le soddisfazioni raccolte in questo campo, dalla preparazione di modelle e modelli per pubblicità di marchi come Pepsi Cola (il calciatore Fabio Cannavaro), Canon, Samsung, Speedo ed Eridania, ai lavori sulle modelle dell’ultima sfilata dello stilista tedesco Philipp Plein, fino all’Eurofestival di Baku dove Ennio ha lavorato come make up artist.
«Negli anni mi sono occupato di numerose fiere, sono intervenuto in programmi di diffusione nazionale, sono stato il giudice per il festival mondiale e in una ventina di competizioni di pittura corporale, ho tenuto corsi d’arte e sono stato docente per tre anni alla MBAcademy di Milano. Ho organizzato eventi in Europa e Sud America, una terra che amo e alla quale, dopo molte ricerche, mi sono ispirato in tanti dei miei lavori. Nel 2005 sono stato anche invitato a Caracas dal ministro della cultura venezuelano, dove ho rappresentato l’Europa, con un artista tedesco, nel primo Festival del Cuerpo Pintados».
«Nell’ultima mostra di dipinti tenutasi a Matera mi hanno definito come uno dei pochi artisti divisionisti ancora presenti. Ho poi elaborato un’ulteriore disciplina nella quale le mie opere partono da fotografie di miei lavori compiuti su modelle, completate e arricchite tramite il disegno e la pittura sia su tela sia su tavola». Com’è essere un artista in Italia? «Non penso sia una novità esclamare che il nostro Paese dovrebbe credere e investire di più nell’arte- ha chiosato Bettoni -. Abbiamo tantissimo potenziale ma spesso non siamo in grado di sfruttarlo».
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