Cultura

Edicole bresciane, Ponte Caffaro e Porta Bruciata: dal 12 novembre Biesse è in edicola

Da martedì è acquistabile con il Giornale di Brescia, a 8 euro più il prezzo del quotidiano, il nuovo numero della rivista di storia bresciana pubblicata dalla Fondazione Negri
Il porto di Desenzano con il faro, in uno scatto degli anni '20 del Novecento
Il porto di Desenzano con il faro, in uno scatto degli anni '20 del Novecento
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Le edicole bresciane e Porta Bruciata in città, il porto vecchio di Desenzano e il «confine» di Ponte Caffaro, l’Albergo Brescia fiore all’occhiello nel capoluogo negli anni ruggenti della Mille Miglia tanti spunti di riflessione su come è cambiato il territorio bresciano nel corso dei secoli, nel nuovo numero (il 25esimo) di Biesse, il periodico bimestrale edito da Fondazione Negri e dedicato alla storia della provincia bresciana, in edicola da martedì 12 novembre in abbinamento con il Giornale di Brescia, a 8 euro più il prezzo del quotidiano.

Con una anticipazione. Se Biesse «continua a credere nell’idea che fornire immagini e informazioni sui decenni che ci hanno preceduto, non sia localismo di serie B», come sottolineano nell’editoriale di apertura l’editore Mauro Negri e il direttore Marcello Zane, la rivista «continuerà a farlo in futuro, allargandosi temporalmente agli anni Sessanta e Settanta (che sono già storia) narrando di vicende di ieri che appartengono a quanti oggi vivono Brescia e vogliono conoscere la sua storia».

Piccola grande storia

L'edicola tuttora esistente presso San Francesco
L'edicola tuttora esistente presso San Francesco

Attraverso vicende apparentemente «minime» ma emblematiche del cambiamento. Come quella delle edicole di giornali e riviste, invenzione ottocentesca (la prima aprì a Mantova nel 1882, ma Brescia arrivò presto) cresciuta di pari passo con lo sviluppo della pubblicazione giornalistica: da noi con La Provincia di Brescia (fondata nel 1870), La Sentinella Bresciana (1859), Il Cittadino (1878) e La Voce del Popolo (1893).

Nel 1927 le edicole cittadine sono 19, e salgono a 33 dieci anni dopo. Nel 1962 sono 20, attualmente 39. Nelle immagini in pagina il lettore potrà riconoscere i chioschi ormai scomparsi, e quelli che resistono in mutate forme.

Dai cambiamenti urbanistici (le foto dell’angolo tra via Gramsci e via Vittorio Emanuele in città, quelle dell’Albergo Brescia, oggi scomparso, sempre in via Gramsci) a quelli sociali ed economici che riguardano soprattutto il territorio: ecco la storia dell’azienda di marmi Gaffuri & Massardi costituita nel 1898 nella zona di Rezzato e Virle, ma anche lo sviluppo del Porto Vecchio di Desenzano, dall’epoca romana e poi veneziana, fino all’attuale forma ottocentesca.

Ancora, le arre di confine: Ponte Caffaro affacciato sul Principato di Trento e poi sull’Impero Austro-ungarico, e l’Aprica con la sua «storia al sole» tra Valcamonica e Valtellina (e oltre, fino ai Grigioni) e il suo sviluppo da crocevia di commerci a centro turistico.

Icone sul territorio

Porta Bruciata, snodo di storia e di memoria
Porta Bruciata, snodo di storia e di memoria

Poi i monumenti simbolo. In città Porta Bruciata (dall’incendio a cui sopravvisse nel 1184) e i suoi trascorsi di nucleo di resistenza al nemico: qui si consumarono le battaglie contro i francesi di Gaston de Foix, prima della tragica resa della città nel 1512, e qui si alzarono barricate contro gli austriaci nel 1849 delle Dieci Giornate.

E il monumento a Nicolò Tartaglia, opera dello scultore Luigi Contratti inaugurato nel 1918. In provincia la Torre di San Martino «monumento alla nazione» e sacrario dei caduti delle Guerre di indipendenza; e la Torre Avogadro di Lumezzane, fortezza ora votata alla cultura. E un monumento televisivo: Febo Conti, storico presentatore di programmi per ragazzi («Chissà chi lo sa?») e gardesano d’adozione, qui ricordato nelle vesti di originale artista.

Infine l’economia e l’innovazione, dall’approdo a Brescia della Banca Nazionale del Lavoro con le sue sedi storiche, all’attività dei designer del vetro all’inizio del ‘900, alla curiosità del motore Maggi-Mazzotti-Berardi, parte della storia delle nostra aviazione.

Una rivista insomma, tutta da scoprire e sfogliare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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