Due bresciani in semifinale a The Voice Senior
Dalla voce di «Lady Oscar» che non ha fatto girare nessuno (è stato un peccato che Clara Serina, invece di proporre il suo cavallo di battaglia, si sia cimentata con una, diciamo così, poco efficace cover della «Garota de Ipanema») all’insegnante di canto Lisa Manosperti, riuscita nella difficilissima impresa di far schiacciare il pulsante rosso a Loredana Bertè cantando una hit della sorella Mia Martini, «Almeno tu nell’universo».
Dal Peter Pan 65enne Marco Rancati, che nell’85 partecipò a «Sanremo Giovani» e l’altra sera più di «Fai rumore» ha fatto il botto, all’altro reduce di Sanremo (1983) Diego Vilar, che ha stupito presentatrice, coach e pubblico con un’inaspettata versione della «Purple Rain» di Prince.
Storie umane e artistiche a profusione venerdì (13) sera per la puntata numero uno dell’edizione 2023 di «The Voice Senior», anche quest’anno condotta dalla al solito spumeggiante Antonella Clerici, con ben due bresciani che si sono succeduti sul palco riservato da Rai1 agli over 60 alla ricerca del successo perduto o mai raggiunto. Confermati tre coach dello scorso anno - la già citata Loredana Bertè, Gigi D’Alessio e Clementino - quella di Orietta Berti è diventata una poltrona per due: a occuparla i Ricchi e Poveri Angelo Sotgiu e Angela Brambati (Franco Gatti è purtroppo scomparso nell’ottobre 2022, mentre Marina Occhiena ha lasciato il gruppo per l’ennesima volta).
Prima i tarocchi
I due bresciani, allora, augurando a entrambi un percorso almeno pari a quello di Alan Farrington, che arrivò in finale nel 2020. A esibirsi per prima nello Studio 2000 del centro di produzione Rai di Milano, in via Mecenate, è stata la 61enne Laura Triesto (o Triesto Laura, come si è presentata), di professione «medium, veggente, sensitiva e cartomante» con l’impegnativo nome «d’arte» di Contessa di Cagliostro («Mancava solo numero di telefono e indirizzo», ha commentato maliziosamente uno spettatore sulla pagina Facebook dello show). Triesto Laura ha proposto con una certa grinta «Senza un briciolo di testa» di Marcella Bella, optando - dopo una sorta di lettura volante dei tarocchi – per «gli amanti» Ricchi e Poveri a scapito dell’altro coach che si era girato, «il folle» Clementino.
È stata poi la volta di Stefano Peli, 62enne camionista di Concesio: abituato a utilizzare l’asta da saltatore Master («Sono arrivato a 4 metri»), si è mostrato a suo agio anche con quella del microfono (non a caso il suo nome da radioamatore era «Frank, come Sinatra», ha rivelato). Emozionante la sua versione di «Chiamami ancora amore» (la canzone con la quale Roberto Vecchioni ha vinto il Festival di Sanremo nel 2011) e toccante la dedica all’amico che non c’è più Mario Filipponi, già segretario dell’Inter Club di Stradella intitolato proprio a Vecchioni: «Mi sono commosso nel ricordo del caro Mario», ha scritto il Professore sui social. Per Stefano si sono girati tutti e quattro, anzi cinque i coach: «È più facile saltare con l’asta che scegliere uno di voi», si è giustificato Peli prima di entrare nel team Bertè.
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