Dopo dieci anni e il restauro l’organo Antegnati torna a suonare

Brescia e Bergamo, Antegnati e Serassi, Rinascimento e Ottocento. Dopo dieci anni di progetti e restauri, l’organo del Duomo Vecchio di Brescia torna finalmente a suonare, in un concerto-evento, presentato ieri in conferenza stampa, in programma domenica prossima, 19 novembre, alle 16.30 con l’organista Marco Ruggeri.

Opera d’arte

Don Gianluca Gerbino, parroco della cattedrale, ha condiviso la propria soddisfazione per questo appuntamento, che ha definito «storico, e non solo per il Duomo, ma per tutti i bresciani. L’organo che restituiamo in piena efficienza alla comunità non è solo uno strumento musicale, ma un’opera d’arte che custodisce la memoria della città».

Questo risultato non sarebbe stato possibile senza il supporto dell’amministrazione comunale, che per bocca degli assessori Tiboni e Muchetti ha sottolineato «l’impegno straordinario a favore del progetto, doveroso per il rispetto che dobbiamo al nostro patrimonio storico-artistico».

Se l’architetto Roberto Pellegrini ha ricordato il percorso dei lavori di restauro - «ben cinque cantieri da coordinare secondo un rigido cronoprogramma, con la scoperta dei nuovi affreschi di Romanino che ci ha obbligati a rivedere i nostri piani» - il direttore dei lavori Giuseppe Spataro ha riassunto la storia dello strumento: «L’organo viene costruito dagli Antegnati nel 1536 e ampliato dai Serassi nel 1826, unendo le eccellenze delle tradizioni organarie bresciane e bergamasche. Il restauro è avvenuto nel massimo rispetto della storia dello strumento, ripristinandone la voce duttile, capace di affrontare tanto il repertorio rinascimentale che quello del diciannovesimo secolo».

Doppia anima

E proprio per valorizzare questa doppia anima dell’organo sono stati scelti i brani che compongono il programma del concerto, illustrato da don Roberto Soldati, direttore della scuola diocesana di musica: «Il pomeriggio si aprirà con la benedizione dello strumento da parte del Vescovo, cui seguirà il concerto vero e proprio, suddiviso in due parti principali. Quella rinascimentale comprenderà pagine di Claudio Merulo, Fiorenzo Maschera e Costanzo Antegnati, quella sette-ottocentesca vedrà l’esecuzione di brani di Bach, Cazzaniga, Turrini e Padre Davide da Bergamo. Ci sarà infine spazio anche per due autori contemporanei bresciani: Paolo Ugoletti e don Alberto Donini».