Cultura

«Donne nell’arte» con moltissime conferme, ma anche novità

De Nittis, Luigi Busi, Gramatica-Guerrieri e altri entrano tra le 90 opere esposte dal 22 gennaio al 12 giugno
DONNE NELL'ARTE
AA

Non chiamatela la stessa mostra. Non del tutto, almeno. «Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini» riapre oggi i battenti, due anni dopo, a Palazzo Martinengo a Brescia: con diverse conferme, ma anche novità.

In esposizione sino al 12 giugno novanta tele di maestri come Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Appiani, Hayez e Boldini, suddivise in otto sezioni tematiche («Sante ed eroine bibliche», «Mitologia in rosa e storia antica», «Ritratti di donne», «Natura morta al femminile», «Maternità», «Lavoro», «Vita quotidiana», «Nudo e sensualità») che narrano l’evoluzione del ruolo e della visione del femminile nell’arte italiana di quattro secoli.

Una decina le opere nuove rispetto all’allestimento originario, in sostituzione di altrettante (delle motivazioni che hanno reso impossibile ripetere i prestiti parliamo nell’altra pagina). Tra queste la «Sant’Agata in carcere con San Pietro e un angelo» (1613-1617) dipinta a quattro mani da Antiveduto Gramatica, che nella sua bottega romana accolse il giovane Caravaggio, e Giovanni Francesco Guerrieri; «Amore materno» (1885-95), ovvero una maternità napoletana sugli scogli di Vincenzo Irolli; il «Nudo di spalle» (1879-1880) di Giuseppe De Nittis, uno dei punti d’arrivo dell’evoluzione pittorica dell’artista pugliese; «La visita» (1875), interno borghese dall’allure parigino di Luigi Busi; il «Ritorno dalla messa» (1892) di Luigi Gambogi; «La fruttivendola» (1871), il cui abito è un tricolore camuffato, di Eleuterio Pagliano. Ancora: di Francesco Filippini è «Pastorella con gregge»; di Mosè Bianchi «La dama del pappagallo» (1872); infine «La notte» (1902), un insolito e scuro nudo del bresciano Gaetano Cresseri.

Giacomo Ceruti, detto Pitocchetto. «Madre con i figli» - Collezione privata
Giacomo Ceruti, detto Pitocchetto. «Madre con i figli» - Collezione privata

Il catalogo

Nuovo, o meglio aggiornato, è quindi anche il catalogo che accompagna la mostra (Silvana editoriale, 215 pagine a colori, 28 euro). Entusiasmo e commozione. «Ripartiamo dalla cultura e dall’importanza delle donne. Non senza fatica, vista l’ultima falsa partenza, ma con entusiasmo e pure molta commozione» ammette Roberta Bellino, presidente dell’Associazione Amici di Palazzo Martinengo. Un tema, quello legato alle molteplici sfaccettature dell’universo femminile, già di grande attualità nel 2020 (all’epoca Christine Lagarde e Ursula von der Leyen erano da poco state elette presidente della Banca Centrale Europea e della Commissione Europea; a capo della Biennale di Venezia, per la prima volta in assoluto, era stata nominata una curatrice; Papa Francesco nella prima omelia dell’anno si era espresso sull’importanza cruciale delle donne nella contemporaneità), che si conferma tale anche oggi.

Già, perché «le donne, medici e infermiere, sono la stragrande maggioranza di coloro che operano nella sanità pubblica e il cui lavoro è stato determinante nella lotta all’epidemia» fa notare Dotti: «Inoltre il prossimo Presidente della Repubblica potrebbe essere una donna. I tempi sono maturi ed io me lo auguro. È la prima volta che accade di avere ben tre candidate realmente papabili, Marta Cartabia, Paola Severino e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati».

Gaetano Bellei. «Colpo di vento» - Collezione privata
Gaetano Bellei. «Colpo di vento» - Collezione privata

A sostegno dell’Airc

A sostegno della ricerca per la prevenzione, la diagnosi e la cura dei tumori femminili, l’Associazione devolverà l’uno per cento del ricavato della vendita dei biglietti in favore della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, mentre tutte le persone in possesso di biglietti d’ingresso acquistati in prevendita nel 2020 potranno visitare la mostra presentando il tagliando in biglietteria. «Nelle sole cinque settimane d’apertura del 2020 oltre 22mila persone hanno visitato la mostra» ha ricordato Roberto Bondio, consigliere della Provincia di Brescia, in occasione dell’anteprima stampa di ieri.

Tuttavia, «col sopraggiungere del lockdown, nonostante la marea di prenotazioni già ricevute ma in mancanza di prospettive certe, io e la presidente Bellino abbiamo ritenuto opportuno restituire le opere ai rispettivi proprietari. A due anni di distanza il novanta per cento dei collezionisti ha mantenuto fede all’impegno preso pre-pandemia» racconta Dotti, che prosegue: «Oggi siamo molto più tranquilli e ottimisti. Da un lato abbiamo notato che le persone hanno voglia di vedere mostre, dall’altro il pubblico ha capito che, a differenza di altri luoghi come i supermercati, i musei sono sicuri, controllati e privi di affollamento». Presente anche Nicoletta Bontempi, presidente di Fondazione Provincia Brescia Eventi, per ribadire che «chiudere lo spazio è stato un dolore, riaprirlo un dovere verso il presente e il futuro 2023».

Verso il 2023

Nella speranza che il passato sia davvero tale, Dotti e l’Associazione sono infatti già al lavoro in vista del prossimo anno. «Ci sto lavorando da 7-8 mesi ed il progetto è a buon punto» anticipa Dotti. Bocche cucite sui dettagli, ma «se Brescia e Bergamo arriveranno all’appuntamento come Capitale della Cultura con due mostre, rispettivamente, su un pittore bresciano (Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto) e bergamasco (Cecco del Caravaggio), io scelgo la terza via, ovvero il far dialogare le due scuole artistiche» precisa il curatore. «Sarà sicuramente una grande mostra, con pezzi d’arte non solo moderna ma anche contemporanea. Andremo oltre le arti visive, per accendere fari su altre tematiche» conclude la presidente Bellino.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato