Cultura

Don Matteo, Terence Hill lascia dopo 20 anni: arriva Raoul Bova

Il commovente saluto della troupe all'attore 82enne. Il nuovo sacerdote si chiamerà Don Massimo. E non porterà la tonaca
  • Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
    Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
  • Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
    Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
  • Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
    Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
  • Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
    Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
  • Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
    Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
  • Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
    Terence Hill lascia Don Matteo, il saluto della troupe
AA

Dopo oltre 250 episodi, dopo oltre 20 anni dalla messa in onda della prima puntata, Terence Hill ha girato la sua ultima scena di una delle più fortunate e longeve serie di Rai 1 «Don Matteo», prodotta da Luca e Matilde Bernabei in collaborazione con Rai Fiction. Un'occasione in cui Lux Vide e Rai Fiction hanno voluto dire grazie: grazie a Terence Hill per la dedizione e la fedeltà con cui ha prestato il suo «mito» ad un personaggio che è entrato per 20 anni con gentilezza nelle case di tutti gli italiani, dando sempre una parola di speranza.

«Grazie per l’umiltà con cui lui stesso ha sempre ringraziato tutti per il lavoro fatto in questi 20 anni, segno della grandezza della sua persona. Un uomo intelligente e umile che ha sempre messo al centro il lavoro di squadra e il suo amore per Don Matteo, la serie più amata dagli italiani. Grazie perchè è stato come un grande padre che in questi anni ci ha permesso di crescere e di sbagliare… perchè con il suo mito ci proteggeva e ci permetteva di avere sempre l’affetto del pubblico».

«Terence ci lascia»: questa è la frase che sabato serpeggiava tra i membri della troupe, nella chiesa di Santa Eufemia a Spoleto, set della sua ultima scena. «É vero, Terence ci lascia - afferma Luca Bernabei produttore della serie - ma vogliamo interpretare questa frase non in senso negativo ma anche e soprattutto in senso positivo. Vogliamo pensare all’eredità che Terence ci lascia in termini appunto di dedizione, fedeltà e soprattutto di amore per Don Matteo e per tutti i telespettatori che in questi 20 anni ci hanno seguito. Oggi dobbiamo essere all’altezza del mito che non ci lascia ma come un padre ci guarda da lontano e ci osserva crescere. Consapevoli dell’eredità di Terence, abbiamo il dovere di impegnarci ancora di più e di portarla avanti con la massima dedizione e responsabilità. Lo dobbiamo ai milioni di italiani che guardano la serie e a Terence. A lui vogliamo dire ancora una volta... Grazie Terence Hill».

In vent’anni è cambiata l’Italia, ma per milioni di spettatori è stato come una carezza pensare che un sacerdote detective con la tonaca rattoppata insieme a una manciata di carabinieri potesse salvare il mondo. La storia resta: Terence Hill scende dalla bicicletta, sveste la tonaca di Don Matteo, esce di scena in silenzio e misteriosamente, com’era arrivato, per passare il testimone a Raoul Bova, che vestirà i panni di un sacerdote senza abiti talari che arriverà per sostituirlo e indagare sulla sua sparizione e si muoverà a bordo di una moto a partire dal quarto episodio della tredicesima stagione.

Un addio alla serie, almeno per il momento, per Mario Girotti (questo il vero nome dell’attore, oggi 82 anni e 50 di carriera, tra i western comici con l’amico Bud Spencer fino al successo di Don Matteo ma tanto altro ancora). Uno stop dopo 259 puntate a 22 anni dalla messa in onda della prima (7 gennaio 2000). Una lunga avventura televisiva accompagnata da ascolti record, perché il prete-detective da subito ha appassionato milioni di persone. Don Matteo, prima parroco della Chiesa di San Giovanni Battista di Gubbio, poi trasferito a quella di sant’Eufemia a Spoleto dalla nona stagione, esce di scena alla fine delle riprese della quarta (girata lo scorso 18 settembre), della fiction targata Lux Vide di Luca e Matilde Bernabei e Rai Fiction.

«Ventidue anni, 13 stagioni e 259 episodi. Grazie». È proprio Terence Hill sui suoi account social a ricordare i numeri impressionanti che l’hanno tenuto legato a Don Matteo, uno dei personaggi più amati e longevi della tv italiana. Dopo una foto di gruppo di rito, sono arrivati i ringraziamenti e la commozione da parte di tutta la produzione.

Ora entrerà in scena Don Massimo: «Il nome l’ho scelto io - aggiunge Raoul Bova - e abbiamo avuto la benedizione di Terence». In effetti Hill aveva detto di più quando si è scelto Bova, che era «l’unico che poteva sostituirlo». Nella serie «non si parla di rimpiazzo, ma di una storia che continua: il personaggio di Terence sceglie don Massimo («che non porterà la tonaca») perché pensa che abbia i requisiti per portare avanti il suo modo di intendere la vita e parlare con la gente», spiega Bova. L’attore è «sul set da diversi giorni per respirare «l’aria della serie, abbiamo fatto prove costume e trucco e le letture, oggi c’è il primo ciak ed è come se fosse la prima volta. Per me è come la staffetta della 4x100. Mi sta per arrivare questo testimone in grande velocità e io spero di dare il massimo per arrivare a vincere».

Il suo personaggio, conferma Luca Bernabei, «ha alle spalle una storia particolare, prende i voti tardi. E al suo primo incarico in una parrocchia, abbraccia la fede con una spiritualità francescana». Bova ha avuto modo, anni fa, di interpretare proprio San Francesco. Don Matteo, raccontava in una delle ultime interviste all’ANSA in occasione della dodicesima stagione Terence Hill, «è un po' come il pistolero Trinità. Non ha un passato, non ha parenti». L’ideatore della serie, Enrico Oldoini, al debutto «gli aveva suggerito di utilizzare la bicicletta perché sarebbe stato più umano, inizialmente si era pensato a una moto. Aveva ragione Oldoini, vista la longevità della fiction e l’amore del pubblico». Strana la vita, Don Massimo non andrà in bici, sceglierà una due ruote più veloce. Un pò come la tonaca, che non verrà utilizzata da Bova. Mentre Hill ha sempre utilizzato la stessa vecchia di vent’anni e ormai consunta. Quella che si vedeva infatti in Don Matteo 12 è, era la medesima delle undici stagioni precedenti: «Non ho voluto cambiarla. Qualche anno fa - raccontava - , dopo diverse insistenze, ho accettato di farmene fare una nuova, sono anche andato a farmi prendere le misure. Poi, quando me l’hanno consegnata, l’ho appesa in camerino è rimasta lì». La dodicesima stagione di Don Matteo, con Terence Hill e Nino Frassica, aveva chiuso consegnando a Rai1 ben 7.300.000 telespettatori e il 26,4% di share. Comunque continua il percorso della Lux con Terence Hill: «L’anno prossimo - spiega Bernabei - faremo insieme due film, uno di Natale e un western».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato