Cultura

Doherty, live romantico senza bacio d'addio

Latte Più gremito per lo show del «maledetto» Pete Doherty che regala grandi emozioni, ma solo per un'ora.
Pete Doherty al Latte Più
AA

Breve ma intenso. Certamente una definizione riduttiva, ma a suo modo calzante, per sintetizzare all’osso il concerto di Pete Doherty in versione «one man band» venerdì sera in un Latte Più gremito all’inverosimile.

Il «maledetto» d’Albione ha confermato alcune leggende e ne ha sfatate altre. «Si dice che stia dormendo. E che salirà sul palco solo a notte inoltrata. Se mai si deciderà a svegliarsi» si vociferava intorno alle 23 dentro e fuori il locale di via di Vittorio, in città. E invece, puntuale, all’ora di Cenerentola l’eclettico musicista ex Libertines e Babyshambles ha fatto la sua comparsa caracollando sul palco. Alticcio e un po’ sbracato proprio come ci si aspettava dall’ex fidanzato (di Kate Moss ovviamente) più paparazzato del Regno Unito.

Chitarra alla mano Pete ha messo in scena un live lampo. Un’oretta o poco più di suggestioni e pennellate musicali da cui è toccato risvegliarsi d’improvviso come da un sogno d’amore un po’ ebbro. La malinconia è una farfalla audace che si posa sui petali di «The Last Of The English Roses». Poi arriva «What Katie Did» e tutti ammiccano in direzione del palco. «Albion» è un arazzo che si intesse, si perde, si disfa e si ricompone nella geografia delle terre delle Regina.

Ma c’è spazio, in apertura e chiusura, per suoni che invitano a saltellare sul posto e muovere le mani a immagine dello stesso Pete, che si agita e dimena la chitarra. È il caso di  «Can’t Stand Me Now», irresistibile brano d’apertura, e «Fuck Forever», un messaggio scagliato a chiusura della serata. Che, va detto, si finisce perdendosi nell’etere. Come un appuntamento che si chiude senza il bacio della buonanotte.

Chissà forse che l’abbia concesso a una bella nelle stanze del Lio Bar. Già, perché se l’inafferrabile ha lasciato a bocca asciutta i fan del Latte, ha regalato una bella sorpresa ai tiradarti del Lio. Che si sono visti comparire dai binari l’inconfondibile cappello di Pete. Chapeau.

Ilaria Rossi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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