Diego Bencetti: «Io, un bresciano a Hell’s Kitchen»
Nel girone infernale di «Hell’s Kitchen Italia» - il cooking show più longevo al mondo e più spietato della Tv - è finito anche un bresciano, il trentaquattrenne Diego Bencetti, cuoco professionista, vicino alla cucina fin da piccolo grazie alla pasticceria del padre e alla nonna che lui guardava cucinare, ora pronto a mettersi in gioco tra i concorrenti del talent di cucina a squadre, giunto alla quinta edizione e in onda martedì alle 21.15 su SkyUno.
Un diploma alberghiero all’Istituto Andrea Mantegna, in città, e anni di esperienza sul campo, saranno utili a Diego per reggere la pressione che caratterizza il programma, complice lo sguardo severo dello chef Carlo Cracco, giudice unico e supremo, aiutato dai sous chef Sybil Carbone e Mirko Ronzoni, mentre la gestione del ristorante associato al programma è affidata al maître Luca Cinacchi (alla guida del Ristorante Trussardi alla Scala di Milano e premiato dal Touring come Migliore Direttore di Sala d’Italia). Già nelle prime fasi dell’avventura per il nostro concittadino si sono manifestate piccole difficoltà, come è prevedibile quando si prendono le misure con le regole dello show: un filetto alla Rossini non perfetto ha provocato qualche grattacapo a Diego, che, tuttavia, non ha intenzione di perdersi d’animo e promette al pubblico una cucina tradizionale con un pizzico d’innovazione.
La sfida. Bencetti si presenta sulla scena televisiva affermando di voler partecipare a questa particolare sfida con l’intenzione di testare il proprio livello di preparazione, assolutamente convinto di aver scelto di stare dietro ai fornelli come professione per tutta la vita. La strada per la finale di «Hell’s Kitchen» è ancora lunga, ma aver superato indenne l’avvio del programma, dove da 20 i concorrenti sono stati ridotti a 13, è già un risultato entusiasmante. Prossimo obiettivo? Convincere un giudice speciale, che sarà ospite nella puntata di stasera: lo chef Cristiano Tomei del ristorante L’Imbuto, di Lucca.
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