Una lettera «sottosopra»
Fabrizio Galvagni
Le ragioni di zio Berto
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Lettere zeta, sottosopra - © www.giornaledibrescia.it
Zio Berto con la zeta proprio non ci andava d’accordo: «Roba per zet che gh’a stüdiat! Me gh’o fat apena la quinta». Quando – raramente – gli toccava di parlare in italiano e si imbatteva in parole con la zeta (ragazzi, zucca…), gli usciva fuori un suono strascicato che faceva sibilare sottotono, tra labbra e denti, quasi con vergogna: «Io sono venuto su col dialetto – diceva – e la “zeta” in dialetto non c’è proprio!». Diceva bene lo zio Berto? Sì e no: in effetti nessun vocabolo bresciano cont
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