Tra fragole, zappe e salamandre cieche
Il dialetto avrà pure perso la sua funzione di prima lingua, ma certo mantiene intatta la sua capacità di luccicare arguto
Ripassando il dialetto in attesa delle fragole
«Chèla tèra che la g’ha un difèt». La dirimpettaia approfitta del pomeriggio primaverile per darsi da fare nell’orto con guanti e zappetta bicorne. La saluto attraverso la rete e sento il suo commento sulla terra, buttato lì con noncuranza. Cado come un tordo nella sua trappola. «Che difèt?» chiedo. «Che l’è tròp bàsa». Il dialetto avrà pure perso la sua funzione di prima lingua, non sarà più lo strumento per farsi capire sul lavoro o al mercato, ma certo mantiene intatta la sua capacità di lucc
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