Dialèktika

Le voci del dialetto

Fabrizio Galvagni
Anche il dialetto bresciano ha le sue onomatopee, vocaboli che si raccontano attraverso i suoni di cui son fatti: onomatopeici, appunto
I suoni linguistici riproducono la natura, anche in dialetto - Foto/Pexels
I suoni linguistici riproducono la natura, anche in dialetto - Foto/Pexels

Ipallage, metonimia, sineddoche… quando si incontrano vocaboli strani come questi o sono medicinali (Bastakolmàl, Sucolmoràl, Vialdulùr ecc.) o sono figure retoriche! L’onomatopea è appunto una di queste; ce la ritroviamo quando la lingua «canta» e riproduce i suoni della vita (o almeno ci prova): di tutto quel cupo tumulto / di tutta quell’aspra bufera... (G. Pascoli, La mia sera); a nessuno sfugge che quell’affollarsi di suoni «aspri e cupi» vuol proprio riprodurre il paesaggio fonico – la voc

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