Dialèktika

Bullismo linguistico: ah, se Dante fosse passato da Mura!

Fabrizio Galvagni
Non è per niente vero che il dialetto bresciano è rozzo, volgare e oscuro: basta andare in Valsabbia e ascoltarlo da vicino
Una veduta di Mura - © www.giornaledibrescia.it
Una veduta di Mura - © www.giornaledibrescia.it

Il dialetto bresciano – non è una novità – è spesso vittima di «bullismo linguistico»; un radicato pregiudizio lo vuole disadorno, oscuro, rozzo, volgare, ostico, sgradevole e financo molesto. È pregiudizio antichissimo, se è vero che lo stesso Dante sostiene che, quando a parlare in bresciano è una donna, si finisce per dubitare della sua stessa femminilità (De vulgari eloquentia, XIV, 4-5). La sua durezza andrebbe ricondotta all’insopportabile frequenza di suoni «gutturali». Dal punto di vista

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