«Deca Dance» e balla anche il Grande
Ha sorpreso sin dall’inizio, giovedì sera al Grande, lo spettacolo dei giovani ballerini della Batsheva, la più importante compagnia d’Israele. Perché «Deca Dance», patchwork di titoli firmati dal direttore del complesso Ohad Naharin, è cominciato con un acrobatico solo maschile (su musica pop) già quando il pubblico stava cercando la propria poltrona.
La filosofia di abolire la «quarta parete», portando la danza oltre il palcoscenico, tipica di Naharin, ha spopolato nel secondo tempo, quando i ballerini hanno chiamato in scena alcuni spettatori coinvolgendoli in un infuocato Cha Cha Cha.
Ma il pezzo forte, quello che ha mandato in delirio il pubblico, è il potente «Anaphaza» del finale. Qui i ballerini, disposti a semicerchio, ciascuno ricurvo su una propria sedia-prigione, raccontano, con scatti ad alto potenziale drammatico dei loro corpi, morte, dramma e, forse, speranza, con un’efficacia che lascia di stucco.
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