Cultura

Da Severino a Gorbaciov, Nunzia Vallini editorialista a «Il giorno e la Storia»

Appuntamento con la direttrice del Giornale di Brescia su Rai Storia da lunedì 26 febbraio a domenica 3 marzo
La direttrice del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini
La direttrice del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini
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Dalla nascita del filosofo Emanuele Severino, alla sciagura ferroviaria di Balvano, nel 1944. Passando per la figura di Adriano Olivetti, la scoperta del Dna, l’assedio di Sarajevo, la morte di Lucio Dalla e l’opera di Michail Gorbaciov.

Sono i temi e le ricorrenze che la direttrice del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini, commenterà da lunedì 26 febbraio a domenica 3 marzo, come editorialista a «Il giorno e la Storia», il programma di Rai Cultura firmato da Giovanni Paolo Fontana, in onda tutti i giorni alle 00.10 e in replica alle 8.30, 11.30, 14 e 20.10 su Rai Storia.

La settimana si apre ricordando la nascita, il 26 febbraio 1929 a Brescia del filosofo Emanuele Severino. Membro dell’Accademia dei Lincei, si concentra sul tema dell’essere e sostiene che le cose che sono esistono sempre, anche al di fuori del loro apparire. Martedì si torna al 1960, anno della morte di Adriano Olivetti, nome legato anche ad un’organizzazione del lavoro «umana». Mercoledì ricorre l’annuncio fatto nel 1953 dallo scienziato inglese Francis Crick: la scoperta, con il collega James Watson, della struttura del Dna, che varrà loro il Nobel per la medicina.

Una pagina di storia recente è quella scelta da Vallini per giovedì: nel 1996 il governo bosniaco dichiara la fine dell’assedio di Sarajevo da parte delle forze serbo-bosniache. L’assedio più lungo nella storia moderna (4 anni) è costato 12mila morti e 50mila feriti.

Venerdì il pensiero va a Lucio Dalla, scomparso nel 2012. Gorbaciov, l’uomo che pose fine alla Guerra Fredda è protagonista sabato. Domenica si ricordando la più grave sciagura ferroviaria italiana, nel 1944 a Balvano (Potenza) quando 500 passeggeri (abusivi) di un treno merci fermo in una galleria morirono uccisi dai gas sprigionati dalla locomotiva. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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