Dalla A alla Z: in un libro origine e storia dei cognomi bresciani
Alzi la mano chi, almeno una volta, non si è chiesto da dove arrivi il suo cognome. Una curiosità legittima. L’origine può celare una località, un difetto fisico, un tratto del carattere, un soprannome dialettale modificatosi poi nei secoli oppure un patronimico (figlio di). Adesso l’interesse può essere soddisfatto grazie al libro di Alberto Fossadri «Origine delle famiglie e dei cognomi bresciani» (Gam editrice, 25 euro) presentato ieri nel saloncino della Fondazione Civiltà Bresciana. Ben 795 i cognomi citati, corredati da 188 stemmi.
«Non è un dizionario dei cognomi», specifica l’autore. «La mia ricerca si differenzia perché parte da un assunto: i cognomi sono sempre figli di espressioni locali. È più importante conoscere i dialetti, che l’italiano e il latino». Fossadri non è uno studioso di professione. «Sono cresciuto alla scuola di ricerca storica di don Giovanni Donni», specifica (su Youtube anima un suo canale, Brescia Genealogia e Storia, con oltre quattromila iscritti).
Le fonti
Il volume si basa su solide fonti: innanzitutto i registri parrocchiali e notarili, ma anche (fra le altre) gli antichi estimi (lo stato patrimoniale di ciascuno), il Liber Potheris communis civitatis Brixiae, il Codice Malatestiano 42 di Fano, il registro dei nobili rurali del Quattrocento. Preziosi dispensatori di notizie sulle famiglie di città e provincia. In gran parte di derivazione bergamasca. «Metà dei nostri cognomi viene dall’altra parte dell’Oglio», commenta Fossadri.
Siamo figli di migrazioni economiche. Nel Trecento e Quattrocento (anche in seguito a epidemie e pestilenze che avevano falcidiato la popolazione) giunse gente dalla pianura e dalle valli bergamasche, dal Veneto, dal Mantovano, persino dalla Liguria. È in questi secoli che si sviluppa il concetto di cognome. Fossadri fornisce l’origine geografica delle famiglie e la discendenza; analizza l’etimologia del cognome, descrive i personaggi principali del casato, cita le fonti bibliografiche e archivistiche. Nelle schede ci sono riferimenti incrociati su parenti e spostamenti delle famiglie.
Il lavoro di ricerca non si ferma. «Questo - dice - è il primo volume di una futura enciclopedia. Debbo ringraziare i diversi collaboratori sul territorio che mi danno una mano».
Le curiosità
Il volume ne è pieno. Ci sono cognomi che derivano da caratteristiche fisiche, come Bocca, Ganassoni, Moreschi, Rossi, Negrini, Tartaglioni. Altri da comportamenti, ad esempio Mazzacani, Puritani, Pizzamiglio (qualcuno che becca anche il miglio ovvero non lascia indietro nulla, dunque è avido). Altri ancora segnalano rapporti sociali: Sozzi, Vavassori (da Valvassori feudali), Signoroni. Ci sono quelli legati a vocaboli specifici: Rubagotti (röbagòt, l’alloro), Sabatti (sabato), Zubani (da zobia, giovedì). Carnevali e Quaresmini, invece, secondo Fossadri, originano da trovatelli (indicano il periodo dell’abbandono). Facchini, Ferrari (questo era il più diffuso nel Comune di Brescia, ma è stato modernamente superato dall’indiano Singh), Fusari, Zappa, Speziari richiamano i mestieri dei titolari originari. Legati all’etnia sono Danesi, Brescianini, Bergomi, Tedeschi, Spagnoli; alle caratteristiche territoriali sono debitori Costa, Corna, Crotti e Montini.
La ricerca di Alberto Fossadri elenca anche i cognomi derivati dai patronimici. Pedrini, Pedercini, Pezzotti sono varianti di Pietro; Zanni, Zanelli, Zanotti, Zamboni, Zambelli di Giovanni; Giacomini, Cominelli, Comini devono la loro origine a Giacomo. Da Abrami a Zuccolo: adesso avete la possibilità di togliervi quella curiosità...
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