Cultura

Da Fattori a Signorini: i Macchiaioli alla conquista di Palazzo Martinengo

Presentata la mostra della Provincia in calendario dal 20 gennaio al 9 giugno 2024. Oltre cento opere
I MACCHIAIOLI A PALAZZO MARTINENGO
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Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Odoardo Borrani, Giuseppe Abbati. Solo per citare i maggiori. La rivoluzione artistica dei Macchiaioli sbarca a Palazzo Martinengo. Oltre cento opere in mostra dal 20 gennaio al 9 giugno 2024. Capolavori provenienti in gran parte da collezioni private (come quella della famiglia Marzotto) e da importanti istituzioni: gli Uffizi di Firenze, il Museo della Scienza e della tecnologia di Milano, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, l’Istituto Matteucci di Viareggio, la Cassa di Risparmio di Firenze. «Un’occasione straordinaria per ammirare in un’unica sede le opere dei Macchiaioli, la prima mostra di questo livello nel nord Italia», afferma Davide Dotti, curatore della rassegna insieme a Francesca Dini, massima esperta di questa corrente pittorica.

Nelle sale di Palazzo Martinengo, articolata in dieci sezioni, ci sarà la migliore produzione dei Macchiaioli, dall’esordio nel 1859 alla fine nel 1901. Moltissime opere, proprietà privata (arriveranno soprattutto dalla Toscana), e dunque inaccessibili, non vengono esposte da decenni (oppure non si sono mai viste). «Lavoriamo da due anni alla mostra», sottolinea Dotti. «La preziosa collaborazione di Francesca Dini ci ha permesso di raggiungere i collezionisti e di convincerli a prestarci i dipinti».

Capolavori

Ci saranno, fra gli altri, Le «Cucitrici di camicie rosse» (Borrani), la «Raccolta del fieno in Maremma» (Fattori), «I fidanzati» (Lega), «Pascoli a Castiglioncello» (Signorini). Se il 2013 è stato l’anno di Ceruti e del Settecento lombardo, il 2024 vedrà protagonista «l’unico vero movimento artistico dell’Italia nell’Ottocento», commenta Dotti.

I Macchiaioli, sottolinea il curatore, «diedero vita a una delle più originali e innovative avanguardie artistiche europee del XIX secolo». Uscirono dagli studi per rappresentare la vita e la natura all’esterno. Una scelta controversa: il nome Macchiaioli, in senso dispregiativo, fu dato loro da un giornalista nel 1862. La mostra racconta il percorso compiuto da questi artisti: i luoghi (la Maremma, la Liguria, il Caffè Michelangelo di Firenze, Castiglioncello, Piagentina), il confronto con gli altri pittori europei, le crisi, i cambiamenti, «proseguendo però sulla strada del progresso e della modernità senza abbandonare la via maestra della luce e della macchia». Una parabola che si conclude all’alba del Novecento.

Alla segreteria di Palazzo Martinengo stanno già arrivando numerose prenotazioni di scuole e gruppi (rivolgersi a mostre@amicimartinengo.it, telefono 3927697003). «Segno del sicuro interesse che la mostra è destinata a riscuotere», dice Dotti. L’evento è organizzato dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, guidata da Roberta Bellino. «Sempre di più - commenta la presidente - siamo divulgatori di arte e bellezza. Ci fa piacere il rapporto positivo con le scuole, che anche per i Macchiaioli stanno prenotando le visite».

Impegno

Per Palazzo Martinengo è la «nona avventura espositiva», puntualizza Nicoletta Bontempi, presidente della Fondazione Provincia di Brescia Eventi. «La testimonianza di un impegno a favore della cultura». Oltre 350mila le persone accolte negli anni nelle sale del Palazzo. «Con i Macchiaioli - continua Bontempi - diamo continuità alle attività culturali della Capitale 2023». La mostra, commenta il presidente della Provincia, Emanuele Moraschini, «sarà per Brescia l’ennesimo successo di visitatori». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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