Da bresciani possiamo essere molto orgogliosi di Cristina Caprioli
Nei giorni scorsi ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale danza di Venezia, dopo trent’anni di carriera a dir poco brillante come coreografa. Ma chi è Cristina Caprioli e, soprattutto, quali sono i suoi legami con Brescia?
Cristina Caprioli è nata a Brescia nel 1953, figlia del pittore Adriano Grasso Caprioli (scomparso nel 2020), trascorrendo l’infanzia tra Gussago e la città. Danzatrice e coreografa, fin da giovanissima si è esibita in Europa e negli Stati Uniti. A New York, in particolare, ha vissuto tra i 26 e i 28 anni, età in cui stava formando la sua visione sulla danza.
In Svezia
Nel 1983 si è quindi stabilita in Svezia, a Stoccolma, dove negli anni Novanta ha fondato la compagnia indipendente ccap, con la quale produce performance e coreografie, ma anche installazioni, film, pubblicazioni, seminari e festival, promuovendo le ricerche interdisciplinari. Il decennio in cui fondò la sua compagnia, ha raccontato, è uno dei più significativi per la sua biografia professionale: «Ci furono quattro o cinque anni davvero interessanti nell’ambiente della coreografia postmoderna. Fu un periodo vitale di grande significato per me».
Negli anni successivi ha lavorato con diverse istituzioni – come la 59North Dance Company (compagnia che raccoglie diversi danzatori provenienti dal Royal Swedish Ballet di Stoccolma) e la Göteborgsoperans Balettkompani – e ha portato in tutto il mondo le sue produzioni. Dal 2008 al 2013 è stata docente di Coreografia presso la Stockholm University of the Arts e da allora supporta e supervisiona il lavoro e lo studio di studenti e studentesse impegnati nei dottorati. Nel 2022 è stata inoltre professoressa ospite alla Freie Universität di Berlino.
Nel 2010 Caprioli e la compagnia ccap hanno partecipato alla Biennale di Venezia, settore danza, presentando in prima mondiale il lavoro «Cut-outs & Trees», prodotto dalla Biennale di Venezia con Dance Umbrella di Londra e Dansens Hus di Stoccolma.
La filosofia dietro la sua opera
La filosofia creativa dietro alla sua coreografia contemporanea – che è precisa, complessa e virtuosistica – è particolarissima. Parla di un «discorso critico in continuo movimento», ovvero di una danza che riflette su se stessa nell’esatto momento in cui si genera.
Le sue ricerche le sono valse diversi riconoscimenti: il Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia è solo l’ultimo in termini di tempo. Nel 2021 ha infatti ricevuto la medaglia reale «Illis quorum meruere labores» per il contributo alle arti svedesi, mentre nel 2008 è stata insignita del Cullberg price e nel 2013 del Gannevik stipendium. Nel 2024 oltre al Leone d’Oro è stata premiata con la Carina Ari Medal.
L’ultima esibizione in città è stata nel 2023: a marzo portò «Scary solo» al Teatro Grande, una produzione del 2020.
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