Curiosità del ’900 e Circuito del Garda, «Biesse» raddoppia
«Biesse» non solo non lascia, ma raddoppia. Da dopodomani, 6 luglio, sarà disponibile in edicola - esclusivamente in abbinamento con il nostro giornale (a 8 euro più il prezzo del quotidiano) - il periodico bimestrale targato Brescia. Sempre da martedì potrà essere acquistato - ma solo su richiesta/prenotazione, a 6 euro più il prezzo del GdB - il numero «Circuito del Garda»: uno speciale, voluto dall’Automobil Club di Brescia in occasione del centenario di una delle corse automobilistiche più affascinanti mai organizzate nel nostro Paese, che, non a caso, è stata paragonata alla «Montecarlo» italiana.
Per il bimestre luglio-agosto, «Biesse» inteso come fratello maggiore ha in copertina una fotografia storica di corso Zanardelli; in questo caso non perché al «salotto» della città sia dedicato il focus d’apertura, ma quale simbolo dei 130 anni di attività a Brescia dello Studio Negri, il cui sterminato archivio è il giacimento dal quale si può attingere anche, appunto, per questa rivista rivolta agli appassionati delle vicende bresciane del Novecento.
Nel quinto numero - introducono Marcello Zane, direttore responsabile, e Mauro Negri, presidente della Fondazione Negri che edita il bimestrale - la cerchia degli interessi viene allargata a temi poco noti, «argomenti solo all’apparenza marginali ma che, viceversa, crediamo appartengano alla quotidianità delle nostre comunità, assai più che il passaggio di re e imperatori, di eroiche battaglie o grandi eventi. Ed è qui che "Biesse" prova a togliere la polvere del passato, anche quello più recente. Esplorando le piazze della Bassa nella loro ferialità, ripercorrendo i fili di iniziative, nelle valli e sui laghi, un tempo importanti e oggi obliate del tutto o, ancora, l’imporsi degli incidenti stradali su vie di comunicazione ancor poco trafficate (con immagini davvero particolari, ndr). Riscoprendo curiosità come la Tomba del cane sui Ronchi o le forme che hanno preceduto il design negli attrezzi rurali, per non dire delle Grotte di Catullo ancora ridotte a pascoli per bestiame e nascondigli per bambini».
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