Cultura

Cristoforo Gorno: «Spy story di fantapolitica ambientata nel mondo antico»

L’autore bresciano parla del suo ultimo libro «La spia celeste», nel quale Saulo di Tarso diventa un personaggio d’avventura
Fra scrittura e televisione. Cristoforo Gorno ha origini bresciane
Fra scrittura e televisione. Cristoforo Gorno ha origini bresciane
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«Un romanzo di fantapolitica ambientato nell’antichità». Così Cristoforo Gorno, autore, divulgatore e conduttore di programmi televisivi di storia, bresciano d’origine e sbarcato prima a Milano e poi a Roma per ragioni professionali, definisce la sua ultima fatica letteraria, «La spia celeste», edita da Rai Libri e nelle librerie dal 2 settembre.

Al centro del romanzo, un interrogativo che - spiega l’autore - le fonti non sciolgono in maniera definitiva, e che espresso nel linguaggio del libro si può formulare così: esisteva un patto segreto di collaborazione e protezione tra le autorità romane in Oriente e Saulo di Tarso, che noi conosciamo meglio con il nome di Paolo, il santo "fondatore" del Cristianesimo? Gorno ricostruisce in maniera originale la vita di Paolo di Tarso, da persecutore dei primi seguaci di Gesù al viaggio a Damasco, dalla predicazione nelle città del levante mediterraneo al suo arrivo nella Roma di Nerone, meta finale per la costruzione della Chiesa cristiana.

Intessendo una trama che, rispettando le fonti e il contesto storico, è liberamente romanzo d’avventura e spy story e intreccia le vicende di Paolo di Tarso "collaboratore segreto" (oppure no?) di Roma e la nascita tumultuosa della religione che ha deciso le sorti di metà del mondo per almeno due millenni.

Incontri nelle stanze segrete del potere, rapporti diplomatici confidenziali, corrispondenze riservate, complotti, banchetti imperiali, ritratti di protagonisti reali o immaginari, scontri sotterranei: sono questi gli elementi fantastici attraverso i quali si snoda questo racconto, da Roma a Damasco, da Antiochia a Gerusalemme, per terra e per mare.

Ne abbiamo parlato con l’autore e conduttore televisivo, che con Rai Libri ha già pubblicato «Io sono Cesare» (2019) e «Cronache dall’antichità» (2020).

Gorno, come nasce questo romanzo?

Leggendo le fonti, sacre e non, è possibile mettere in risalto particolari che farebbero intuire un rapporto di collaborazione tra Paolo di Tarso e Roma. Non esistono documenti definitivi su questo aspetto, ma nelle fonti qua e là compaiono notizie che destano sospetti. Ad esempio, negli Atti degli Apostoli si racconta che, quando a Gerusalemme gli ebrei tradizionalisti vogliono linciare Paolo, il tribuno romano Claudio Lisia lo fa uscire di notte con una scorta di 400 uomini per toglierlo dai guai: sembra un’operazione di protezione di un informatore.

Perché ha scelto la figura di Paolo di Tarso?

Su di me esercita un certo fascino l’ipotesi che il Cristianesimo, che ha improntato di sé metà del mondo per due millenni, possa essere nato e si sia diffuso anche a seguito di un rapporto di collaborazione segreto. È la fascinazione di una certa casualità della storia, di elementi imprevedibili che convergono per creare un effetto gigantesco, la nascita del Cristianesimo appunto. Il romanzo non è una dotta digressione su San Paolo, ma una storia di spionaggio intrecciata a quella della nascita del Cristianesimo. È come un romanzo d’avventura, pieno di luoghi segreti, trame occulte, colpi di scena.

Come ha costruito il romanzo?

È costruito per quadri perché volevo che non ci fosse soltanto la voce di Paolo, ma un coro di voci, tra le molte quella dell’imperatore Tiberio, del sommo sacerdote Caifa, delle sacerdotesse delle dee pagane, di Seneca, della moglie di Ponzio Pilato, Claudia Valeria. Personaggi che per lettera, dialogo, ricordo, memoriale, dicono la loro. Paolo, il viandante che piano piano partendo da Gerusalemme e da Damasco arriva a Roma perseguendo un disegno, è il collante attorno a cui ruotano i personaggi.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

Oltre alle collaborazioni con le trasmissioni «Kilimangiaro» e «Passato e presente» di Paolo Mieli, un lungo racconto sulla guerra civile di Giulio Cesare che andrà in onda su Rai Storia. E poi si ragionerà sulla prossima serie delle «Cronache» (la fortunata serie di programmi storici ideati e condotti da Gorno, ndr.).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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