Crinolina e anfibi per Cenerentola che strappa sorrisi ai bambini
Cenerentola e le sorellastre? In crinolina e anfibi punk. Il castello? Un Grand Hotel dai colori pastello cari a chi adora le ambientazioni à la Wes Anderson. Il principe, poi, si chiama Ramiro e scambia i panni con quelli del suo valletto, la matrigna è un patrigno (Don Magnifico) e topolini non ve ne sono. Ma la «Cenerentola» ha strappato a bimbi e bimbe risate, sorrisi ed emozioni. Il palazzo, così iconico nell’immaginario comune (da leggersi: disneyano, volenti o nolenti), è qui un maestoso e zuccheroso Grand Hotel. Anche il titolo già lo suggerisce: «La Cenerentola. Il Grand Hotel dei Sogni» è l’opera a cui in questi giorni i bambini di Brescia e provincia stanno assistendo.
Il progetto «Opera Domani»
Il Teatro Grande in città ospita, come ogni stagione da qualche anno a questa parte, il progetto «Opera Domani», che rende fruibili da un pubblico più piccolo le opere più famose. Dopo «Rigoletto» dello scorso anno, le scuole e le famiglie hanno così goduto della storia di Angelina, figliastra di Don Magnifico, delle sue sorellastre Clorinda e Tisbe, del principe e di tutti i personaggi che abitano il novecentesco e divertente palazzo.
Grazie al kit dello spettatore che i bambini e le bambine potevano scaricare dal sito del teatro, le recite si sono fatte interattive: i piccoli spettatori e spettatrici hanno partecipato cantando (il coro «O figlie amabili», ad esempio) e creando pioggia e tempesta con i loro corpi, guidati dalla bacchetta del maestro d’orchestra e dagli strumenti musicali dal vivo, che hanno accordato le melodie davanti al pubblico, mostrando così anche la macchina del teatro. Anche perché probabilmente per molti bimbi e bimbe era la prima volta a teatro.
La reazione dei bambini
Beatrice, ad esempio, è rimasta sbalordita dalle voci («ma sono proprio le loro?»), dalla recitazione e dalla versione inedita della fiaba. Altri piccoli spettatori hanno riso, risposto e urlato, sentendosi a loro agio in questo ambiente sfarzoso ma accogliente. Il regista Daniele Menghini e tutto lo staff, insomma, sono riusciti a portare in scena un’opera esuberante, che si discosta dalla classica rossiniana, per farsi più colorata e sentita, coinvolgendo il pubblico attraverso la magia che questo (giustamente) s’attendeva. No, di Disney non c’era proprio niente. Ma il sogno infantile e vivace ha vinto comunque, dimostrando allo stesso tempo ai bambini la bellezza dell’opera, senza sminuirla e senza sfociare in stucchevole paternalismo.
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