«Così ricordiamo i luoghi-simbolo del Bresciano»
A volte lo spirito dei luoghi a noi più vicini può essere raccontato ispirandosi a storie lontane, sia nel tempo sia nello spazio. Succede ad alcuni siti del Bresciano, che incontrano le poesie dell’«Antologia di Spoon River» nella serie di documentari ideata e diretta dal regista Massimo Grandi, in onda in rotazione su Teletutto. È così che le voci dei fantasmi descritti da Edgar Lee Masters, nella sua celeberrima raccolta, oltre un secolo dopo risuonano nella nostra città, animando il cimitero Vantiniano e la Chiesa di San Cristo dei Missionari Saveriani, per poi arrivare in provincia, fino alla pieve di San Pancrazio a Montichiari e tra le mura abbandonate della dismessa base Nato del Maniva. «Si tratta di un vero sogno nel cassetto che prende forma - racconta Grandi - perché da anni desideravo realizzarlo e finalmente è giunto il momento. E non mi fermo: è già pronta una nuova puntata girata al Castello di Padernello, mentre è in preparazione un altro set cittadino nella chiesa delle Grazie».
«È prezioso il lavoro dei fidati collaboratori che mi stanno aiutando a realizzare il progetto - prosegue il regista - tra i quali anche Carlotta Franzoni, aiuto regia, e Adriano Treccani alla fotografia. Si è creato un team affiatato e l’entusiasmo cresce anche grazie ai riscontri dati dagli spettatori: tanti sono gli appassionati lettori della raccolta di Edgar Lee Masters che ci chiedono di proseguire con questi "ritratti": "Dovete farli tutti" ha detto un novantenne a Denti, fermandolo al supermercato. Sono oltre duecento, sarà una bella impresa!». La serie è strutturata con uno stile ben riconoscibile, tuttavia si concede sperimentazioni coerenti con i luoghi, come ad esempio un retrogusto tra il fantascientifico e il vintage nel montaggio della puntata ambientata nella ex base Nato del Maniva. Empatia e vibrazioni melodiche dark, inoltre, avvolgono la sigla che si appoggia alle note di «Atmosphere» dei Joy Division. «La musica della band di Ian Curtis è da sempre una mia passione, come anche i Cure e gli Smiths» confida Massimo Grandi, che nel frattempo sta già realizzando anche un film, dedicato al pittore di Travagliato Paolo Bignotti (1918-1978). Un altro intreccio poetico tra epoche, a giudicare dal quanto anticipa Grandi: «È un progetto che sento di aver "ereditato" da uno dei maestri bresciani del cinema, Achille Rizzi, che negli anni Settanta fu un sostenitore del talento dell’artista».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato