«Così abbiamo rifatto il look ai Beatles»
Affabile, chiacchierone, la chioma canuta che fa contrasto con la carnagione rossastra: Gordon Millings era solo un ragazzo quando i Beatles entrarono per la prima volta nella sartoria di suo padre Dougie e oggi ricorda quei tempi con gli occhi che brillano. Li ha rispolverati insieme al fondatore e presidente dell’associazione Beatlesiani d’Italia Rolando Giambelli durante un aperitivo in musica nel negozio Carnevali, organizzato in ouverture dei Beatles Days 2017.
«Brian Epstein ci portava diverse persone famose in negozio - racconta Millings -. Un giorno scesero dall’automobile quattro ragazzotti, arrivati dritti-dritti dagli anni Cinquanta, con uno stile alla Elvis. Voleva che cambiassimo totalmente il loro look. Dovevano essere eleganti, ma in modo mai visto». Così sono nate le giacche senza collo, gli skinny tie, per lo più a tinta unita, gli abiti dal taglio slim e i monopetti con rever di satin in contrasto. Così sono iniziati gli anni più belli per Dougie e Gordon Millings. «All’inizio venivano in negozio, poi mio padre fu costretto a seguirli in tour. Servivano tantissimi cambi e ogni abito doveva essere unico, non riproducibile per nessuno, a nessun prezzo».
Appese alle pareti del negozio di via Cefalonia ci sono stampe degli scatti di Dezo Hoffman, il fotografo ungherese che più di tutti immortalava la band. «In quella - dice Millings jr indicandone una che ritrae un uomo preso per il collo da quattro ragazzi - stavano prendendo in giro mio padre. Scherzavano spesso, anche quando facevano sul serio. Come quella volta che lo convinsero a comparire in «A Hard Day’s Night». Era vestito tutto di nero, perché stava andando a un funerale e loro dissero che sarebbe stato benissimo in una scena del film. Precisamente, quella in cui John Lennon taglia con un paio di forbici il metro da sarto di Dougie».
Goliardici e affettuosi, dalle parole di Millings i Fab Four erano molto lontani dallo stereotipo delle star capricciose: «Il più esigente era Paul McCartney, perché era il più attento allo stile, quello più consapevole e, se vogliamo, competente in fatto di moda. Una mattina entrò nel negozio di mio padre alle 9 e disse che aveva bisogno di un grosso favore. Entro sera doveva avere un completo color biscotto, di cui gli aveva portato il modello. Venne alle 13 a prendere le misure e alle 20 lo indossò per andare a una festa con la sua ragazza di allora, Jane Asher». E proprio a McCartney apparteneva il gilet in tartan blu e verde che Gordon Millings ieri sera ha regalato all’associazione Beatlesiani d’Italia per il loro Museo.
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