Con Neil Hannon una commedia pop davvero divina
La dimensione teatrale esalta lo sfarzoso pop-rock di The Divine Comedy, protagonisti di uno show trascinante. Ne ha beneficiato, ieri sera, il pubblico del Teatro Grande, che numeroso ha rinunciato al tappone sanremese per le atmosfere avvolgenti - tra il barocco e l’onirico, con spruzzate di gotico - della band nordirlandese. Preceduta sul palco dalla cantautrice Lisa O'Neill.
Né endecasillabi né terzine incatenate, e lingua inglese invece del fiorentino: eppure il riferimento al monumento dantesco, in apparenza spropositato, trova una ragione plausibile nella capacità del 46enne Neil Hannon - che porta avanti il progetto DC in beata solitudine - di evolvere dall’immancabile citazionismo alla rielaborazione creativa di una materia immensa.
Praterie musicali in cui risaltano il pop da camera e la classica, la zampata glam in stile Bowie e il velluto dandy alla Roxy Music, il senso per il teatro di Kurt Weill, il luccichio abbagliante dei musical del West End londinese e il tocco delicato di Burt Bacharach.
Divertiti e ammirati, si applaude e si ride di gusto. Finendo addirittura tutti in piedi, sotto il palco a cantilenare «Something For The Week-End», a ricevere orgogliosi lo stravagante omaggio di «Under Brescia», che storpia con amore Duca Bianco e Queen.
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