Cultura

Con Michelle Obama, la forza di sognare un futuro migliore

In streaming mondiale su Netflix «Becoming», il «docu» sulla ex First Lady Usa
Michelle Obama nel documentario «Becoming» di Nadia Hallgren - Foto © www.giornaledibrescia.it
Michelle Obama nel documentario «Becoming» di Nadia Hallgren - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Your story is your power/, la tua storia è la tua forza» dice la 56enne Michelle LaVaughn Robinson, più nota come Michelle Obama, già avvocatessa di grido di Chicago e per 8 anni First Lady a fianco del marito Barack, primo presidente nero d’America (gennaio 2009-2017).

È uno dei tanti passaggi emozionanti e motivazionali del documentario «Becoming», da mercoledì in streaming mondiale su Netflix (in Italia sottotitolato).

La forza di volontà, la speranza e l’impegno di quel «diventare» chi e ciò che si può e si vuole essere, sfidando limiti sociali (non a caso il trailer ha per sottofondo «Girl on fire» della pop star Alicia Keys) sono il leit-motiv idealistico della narrazione.

In un altro passaggio Michelle sottolinea che «molto poco di ciò che io sono ha radici in quegli 8 anni (da First Lady, ndr.): una parte molto più grande deriva da ciò che è successo prima». Prodotto da Higher Ground e Big Mouth per Netflix Original, diretto da Nadia Hallgren, documentarista militante e premiata al Sundance Festival, «Becoming» (1h29’) mostra mrs. Obama nel tour dopo l’omonima autobiografia che, uscita a metà novembre 2018, è il libro più venduto dell’anno negli Usa e a metà marzo 2019 ha raggiunto i 10 milioni di copie nel mondo.

Il racconto pesca nell’infanzia a Chicago, nella giovinezza, nel percorso scolastico («La mia tutor non vedeva in me ciò che vedevo io, decise che puntavo troppo in alto... Non possiamo aspettare che il mondo sia giusto per iniziare a sentirci visibili»); e nell’esperienza adulta, prima, durante e dopo la Casa Bianca («Come direbbe mia madre - cita Michelle - in giro ci sono milioni di Michelle e Barack Obama»).

L’ex First Lady è stata filmata in 34 incontri: «Ho viaggiato per mesi - ha dichiarato - incontrando e legandomi a persone in città di tutto il mondo. E ho maturato l’idea che tutti abbiamo in comune qualcosa di profondo, reale e impossibile da manipolare. Abbiamo condiviso le nostre storie (...). Abbiamo elaborato il passato e immaginato un futuro migliore». Ora più che mai. Nella sua presentazione all’uscita del doc, non manca il rimando al Coronavirus:

«Ora più che mai ho fatto tesoro di questi ricordi e legami; in un periodo in cui cerchiamo insieme di tener testa alla pandemia, tra le tante perdite umane, la tanta confusione e le tante incertezze non è facile mantenere il senso della realtà e la speranza... Sono una persona a cui piace abbracciare: è il gesto più naturale tra gli esseri umani, mette tutti sullo stesso livello, il modo più semplice per dire: "Sono qui per te". Ecco uno degli aspetti più difficili ora... Ma dobbiamo restare aperti e pronti a metterci nei panni degli altri, l’empatia è la nostra àncora di salvezza, ci permette di fare la differenza. Usiamola per rivalutare le priorità e scoprire come ricostruire un mondo migliore che rifletta le nostre speranze.

Anche nei periodi più difficili, forse specie in questi, i valori e i legami tra noi sono rafforzati dalle nostre storie. Condividerle ci indica la via». Quel «diventare», insomma, fa venir voglia d’essere (forti&fiduciosi) come Michelle...

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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