Cultura

Con Gianni Berengo Gardin le «Cose mai viste» di un maestro assoluto

Al Macof la mostra con un centinaio di stampe in bianco e nero, da un archivio di due milioni di negativi
Central Park, New York, 1969 - © Gianni Berengo Gardin - Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
Central Park, New York, 1969 - © Gianni Berengo Gardin - Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
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Purtroppo mancava il maestro, ma fino al 21 maggio la maestrìa del suo fotografare senza tempo brillerà al Macof (Brescia, via Moretto 78). Gianni Berengo Gardin, a causa di un’indisposizione (un calo pressorio con prudenziale ricovero per accertamenti) non ha potuto presenziare ieri al via della sua mostra antologica «Cose mai viste - Fotografie inedite».

C’erano, comunque, i figli Susanna e Alberto. Lei ha spulciato con papà il mastodontico archivio di 2 milioni di negativi da cui è tratto il centinaio di stampe in biancoenero dell’esposizione: «Abituato com’è a fare da solo, sapeva dove e cosa cercare, io l’ho coadiuvato, ma ha sorvegliato tutto, facendo pure qualche scoperta inattesa e, per legame affettivo a certi scatti, faticato a eliminare. Anzi, qualche foto, come quelle sulla Resistenza e i partigiani, l’ha imposta». Alberto ha invece curato il catalogo edito da Contrasto Books (176 pagine, 114 immagini, 45 euro): «È il terzo che faccio su papà. Un privilegio, ma un compito non semplice visto il suo spessore artistico e carattere, nonché i tanti libri che ha prodotti in carriera. Una mostra non è un libro, ma non mi ha contestato quasi nulla, sono riuscito a convincerlo spesso, anche se qualcosa ha... preteso».

Dal treno, Bologna, 1990 - © Gianni Berengo Gardin - Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
Dal treno, Bologna, 1990 - © Gianni Berengo Gardin - Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Renato Corsini, curatore della mostra nonché direttore artistico del Macof-Centro della fotografia italiana e dell’ormai vicino sesto Brescia Photo Festival di cui quest’appuntamento è il prologo, ha raccontato: «Ho parlato stamane con Gianni. Era dispiaciuto, ma verrà a Brescia appena si sarà ripreso. Intanto io sono orgoglioso di aver allestito quest’inedita panoramica di un autore di assoluta grandezza internazionale».

Per le istituzioni erano presenti Laura Castelletti, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Brescia, e Bruno Barzellotti, consigliere della Fondazione Brescia Musei. La prima ha idealmente ringraziato Berengo Gardin per la vicinanza e l’appoggio dato allo sviluppo del movimento fotografico bresciano come presidente del Macof e ora come prestigioso autore; il secondo ha sottolineato il rapporto con la fotografia che in questi anni è venuto ad arricchire il campo d’azione e il patrimonio culturale di Brescia Musei.

Siviglia, Spagna, 1964 - © Gianni Berengo Gardin - Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
Siviglia, Spagna, 1964 - © Gianni Berengo Gardin - Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

A margine dell’incontro e in attesa di una specifica e dettagliata presentazione, ieri è stato sommariamente annunciato il sesto Brescia Photo Festival che (ne riferiamo in un altro servizio), dopo la mostra-anteprima berengogardiniana, si snoderà fino al 27 agosto attorno al tema «Capitale» in altri 9 foto-appuntamenti nell’ambito delle iniziative per Brescia Capitale della cultura 2023.

Info e biglietti

La mostra sarà visitabile fino al 21 maggio 2023. Orari di apertura: dal martedì alla domenica, 15-19 (ultimo ingresso ore 18). Biglietto: intero 5 euro, ridotto 4 (bambini di età inferiore ai 7 anni, adulti sopra i 65 anni e studenti). Gruppi 5 euro, scuole 4 euro. I biglietti vanno acquistati direttamente al Ma.Co.f, non sono previste prevendite.
Info: bresciamusei.com, macof.it, Ma.Co.f (Carolina Zani, 366.3804795), info@macof.it.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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