Cochi: «Orgoglioso che il duo con Renato sia giunto alle nuove generazioni»
C’è la storia della sua vita, ma anche quella della Milano del dopoguerra. «La versione di Cochi» è questo e molto altro: un diario intervallato da tantissimi aneddoti divertenti e inediti. A scriverlo, con la complicità di Paolo Crespi, Aurelio Ponzoni conosciuto dal pubblico come Cochi, singolo ma anche la metà del famosissimo duo «Cochi e Renato».
L’autore lo ha presentato alla Libreria Nuova Rinascita: «Io non volevo scrivere un libro – racconta - . Pensavo di fare un diario per le mie figlie. Perché ne ho quattro e volevo lasciare a loro un mio ricordo. Non pensavo interessasse la mia vita, invece ho scoperto che mi sbagliavo e ora mi tocca dire che sono felice di averlo fatto».
Cochi nasce nel 1941 e il suo sodalizio con Renato Pozzetto comincia praticamente in culla. Il duetto debutta nel 1964 per poi approdare al Derby dove con Jannacci, Lauzi, Toffolo e Andreasi fa la storia del cabaret: «Abbiamo vissuto il dopoguerra, frequentando osterie di Milano con i grandi intellettuali dell’epoca – continua Cochi - . A Porta Romana passavamo del tempo con Umberto Eco, Dario Fo, Lucio Fontana. Li frequentavamo come padri perché noi eravamo bambini. Li intrattenevano cantando canzoncine che li divertivano. Fontana ci diceva sempre “Io vi mando a Sanremo”, non ci è mai riuscito».
La tv arriva nel ’68 con «Quelli della domenica»: «La televisione è cambiata molto, si è ingrandita, c’è spazio per tanti. Ai nostri tempi facevamo ascolti altissimi, oggi sarebbe impossibile. Il fatto che siamo resistiti alle varie generazioni? Ne sono orgoglioso, abbiamo un linguaggio particolare e forse questo ci ha salvaguardato nel tempo».
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