«Per un pugno di dollari» torna restaurato al Nuovo Eden di Brescia
Torna restaurato sullo schermo, oggi alle 21.15 al Nuovo Eden a Brescia, «Per un pugno di dollari» (1964) di Sergio Leone.
I western italiani, un archetipo
Anche se la serialità dei nostri western-spaghetti si sarebbe poi accontentata di una corriva ripetibilità di formule sfruttate sino all’esaurimento, da un sessantennio resta come archetipo inimitabile. Non importa che ascendenze vengano dall’est nipponico come dall’ovest hollywoodiano, da «I sette samurai» (1954) di Kurosawa a «I magnifici sette» (1960) di Sturgess. Abbrivio italo-spagnolo, magari nascosto sotto speciose nomee esotiche (lo stesso Leone è Bob Robertson, in omaggio a papà Roberto Roberti, regista del muto), con Clint Eastwood unico a venire dal vero West e averne mestiere, «Per un pugno di dollari» rammemora anche Goldoni e commedia dell’arte, Shakespeare e teatro elisabettiano.
Il film
Tra Messico e Usa, Leone muove un universo tutto crudeltà e violenza dove basta l’arrivo di un solitario pistolero Joe (Eastwood), a mettere l’una contro l’altra due potenti famiglie in redditizio controllo di armi e alcol. Come il prototipo orientale, Joe negativo sporco e violento si concede una sola volta un gesto buono, ma ne paga scotto. Ma come il prototipo, anche per Joe è vittorioso l’ultimo scontro. In Kurosawa era duello tra spada e pistola, ora lo è tra pistola e winchester a danno del malvagio, come lo incarna compresso e truce Gian Maria Volonté.
Primo western europeo di storica dignità con sciolto linguaggio, ritmo sostenuto e fermo, geniale commento musicale di Ennio Morricone, con i successivi «Per qualche dollaro in più» e «Il buono, il brutto e il cattivo», è anche felice esordio di una fortunatissima trilogia firmata Sergio Leone.
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