Nuovo Eden, tre film per omaggiare Marcello Mastroianni
Una retrospettiva per mettere a fuoco uno dei più grandi attori italiani di sempre, Marcello Mastroianni (1924-1996), nel centenario della nascita, celebrando una volta di più la magia del cinema.
La rassegna
Prende il via domani e dura fino al 18 settembre, al Nuovo Eden di Brescia, la rassegna con cui Fondazione Brescia Musei omaggia l’impareggiabile interprete frusinate, simbolo di eleganza e versatilità, attraverso tre film: due sono i capolavori felliniani degli anni ‘60 in cui egli ha giocato un ruolo seminale, «La dolce vita» e «8½»; l’altro è «Marcello mio» di Christophe Honoré, con protagonista Chiara Mastroianni (figlia di Marcello e di Catherine Deneuve), in concorso a Cannes, dove la figura dell’attore si sovrappone in maniera creativa a quella della rampolla.
I tre film scelti
Il primo appuntamento è con «La dolce vita» (1960), film-simbolo di un’epoca, premiato con la Palma d’Oro a Cannes e fondamentale per comprendere lo slancio definitivo dell’Italia del boom proiettata verso la perdita dell’innocenza: sarà proposto in versione restaurata, giovedì 12, e in replica martedì 17 settembre.
Si prosegue, nella prima serata di venerdì 13, con «Marcello Mio» (2024), che resta poi in programmazione fino al lunedì seguente. In cartellone sabato 14 (e in replica mercoledì 18), c’è un altro film strepitoso, sempre in versione restaurata: si tratta dell’onirico, inafferrabile, “8½” (1963).
Diretto da Federico Fellini, come già «La dolce vita», ha segnato un’epoca e influenzato molto cinema degli anni a venire, in tutto il mondo: Mastroianni vi offre una delle sue interpretazioni più memorabili, incarnando il complesso alter ego del cineasta riminese.
Il regalo per il pubblico
Ed è proprio in occasione della proiezione di sabato che l’omaggio ideale si arricchisce con un dono per il pubblico, a cui verrà regalata la recensione del 1963 scritta dal critico cinematografico Alberto Pesce, storica firma del Giornale di Brescia, che il 2 luglio 2024 ha compiuto a sua volta 100 anni.
Recensione in cui il mitico «A.Pe» seppe cogliere l’essenza innovativa e provocatoria dell’invenzione felliniana, un pezzo di bravura che ancora oggi rappresenta un elemento prezioso per l’inquadramento storico e artistico del film.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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