Cinema

Mostra del Cinema, un piccolo mondo antico sotto il Tonale

Enrico Danesi
«Vermiglio» di Maura Delpero è il secondo film in gara ed è parlato in buona parte in un dialetto che risulta familiare alle orecchie bresciane
La regista Maura Delpero all'81esima Mostra del Cinema di Venezia - Foto Ansa/Fabio Frustaci
La regista Maura Delpero all'81esima Mostra del Cinema di Venezia - Foto Ansa/Fabio Frustaci
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Durante l’81esima Mostra del Cinema di Venezia, non delude il secondo film italiano in concorso, «Vermiglio», che è anche il secondo lungometraggio di finzione (dopo l’ottimo esordio con «Maternal») della regista trentina Maura Delpero.

La trama

È ambientato nel borgo della Val di Sole che gli dà nome e in cui ci sono le radici dell’autrice, un piccolo e immutabile mondo antico, messo a fuoco tra 1944 e 1945, concentrandosi su nucleo famigliare: quello del locale maestro, che conta numerosi figli e che, pur non indigente, abbisogna del latte delle mucche di casa per sfamarli tutti e pone in essere una drastica selezione improntata al merito per scegliere chi potrà proseguire gli studi dopo la licenza elementare.

Tutto prosegue uguale a se stesso, fino al momento in cui un parente torna in paese dal fronte, portando con sé un soldato siciliano con il quale ha condiviso la fuga: sarà quest’ultimo ad alimentare il vento del cambiamento.

La regista

Delpero, che ha un background da documentarista e attinge dalla storia dei nonni, è bravissima a ricreare il contesto, con i suoi ritmi e con le dinamiche interne alla famiglia (per certi versi incomprensibili, se analizzate con la lente del presente, ma pienamente in sintonia con il modo di pensare dell’epoca) senza cadere nella tentazione di leggere la materia con le categorie dell’oggi o di assegnare ai protagonisti prospettive loro estranee.

Santiago Fondevila Sancet, Tommaso Ragno, Orietta Notari, Maura Delpero, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Giuseppe De Domenico, Sara Serraiocco e Carlotta Gamba - Foto Ansa/Fabio Frustaci
Santiago Fondevila Sancet, Tommaso Ragno, Orietta Notari, Maura Delpero, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Giuseppe De Domenico, Sara Serraiocco e Carlotta Gamba - Foto Ansa/Fabio Frustaci

Ne risulta l’affresco di «un luogo dell’anima» (per Delpero) durante quattro stagioni idealmente scandite dalla musica di Vivaldi amata dal pater familias, visto nel momento in cui si palesano increspature: un quadro il cui (relativo) dinamismo è determinato da interventi che incidono sulle vicende individuali (mentre la Storia è un’eco lontana) e dove l’attenzione per l’ambiente montano, oltre che per i piccoli gesti del lavoro nei campi e nelle stalle, ha qualcosa di olmiano.

Il dialetto

Parlato in buona parte in dialetto del posto (non ostico per orecchie bresciane), con attori non professionisti (salvo pochi ruoli), sarà nei cinema dal 26 settembre, con sottotitoli in italiano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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